L’inchiesta sulla strage nelle Rsa
Otto morti al giorno da marzo

Cronaca di un disastro annunciato: almeno 793 le vittime nelle case di riposo

Due ospiti su dieci delle case di riposo comasche non hanno superato i mesi tragici dell’emergenza Covid. Complessivamente tra marzo e metà giugno 793 anziani ricoverati nelle Rsa della nostra provincia hanno perso la vita: otto ogni giorno. Certo, non tutti - per fortuna - sono rimasti vittima del virus, ma indubbiamente il dato relativo all’incidenza del Covid quale cause della strage nelle residenze per anziani comasche è ampiamente sottostimato.

Troppe anomalie

Come riferito nei giorni scorsi, i carabinieri dei Nas hanno effettuato sopralluoghi e acquisizioni di cartelle cliniche in 18 Rsa della nostra provincia. E si sono fatti consegnare, complessivamente, le cartelle cliniche di 383 ospiti, deceduti durante la fase calda dell’emergenza. Un faro puntato su quelle strutture maggiormente colpite dai lutti, ma che non illumina la situazione generale di un periodo - senz’ombra di dubbio - tragicamente eccezionale, ma in cui non sono mancati clamorosi ritardi da parte delle istituzioni sanitarie (Ats Insubria sopra tutte).

Ricostruire l’andamento dei contagi all’interno delle Rsa non è impresa necessariamente agevole, considerata la scarsa collaborazione di chi ha elaborato i numeri scegliendo di tenerli riservati. Ma incrociando una serie di dati raccolti in questi mesi, si riesce a dare un quadro di quanto avvenuto nei giorni in cui la pandemia ha trasformato la nostra regione nel luogo più colpito dal virus al mondo.

Una prima anomalia nei numeri riguarda il momento da cui parte la conta dei contagi e dei decessi Covid nelle case di riposo: il 31 marzo, ovvero ben oltre un mese dopo l’esplosione della pandemia anche nella nostra provincia. Come se, fino a quel momento, il virus avesse risparmiato le strutture di accoglienza degli anziani (cosa che, la cronaca ha raccontato, non è vera). L’Ats Insubria sosteneva che al 31 marzo gli ospiti deceduti per Covid erano stati “appena” 14 a fronte di 228 lutti. Cioè solo il 6% delle morti a marzo sarebbe stata da imputare al virus. Una percentuale inverosimile se si pensa che alla fine dell’emergenza quel dato (ancorché sottostimato) è arrivato al 27% (211 decessi ufficiali Covid su 793 lutti).

Sempre al 31 marzo l’Ats sbandierava anche con orgoglio il fatto che 98 Rsa (tra Como e Varese) fossero “Covid free”, ovvero senza alcun contagio. Questo a voler credere a dati ufficiali

Lo scandalo tamponi

Numeri ufficiali che, però, scontano un problema non da poco (e qui siamo alla seconda anomalia): i primi numeri sui contagi (ovvero i risultati dei primi tamponi) arriva soltanto il 21 aprile, a quasi due mesi dall’esplosione della pandemia. E sono numeri, anche in questo caso, del tutto inverosimili: 203 ospiti e 103 operatori contagiati al 21 aprile.

Il motivo dell’assoluta inattendibilità di questi dati, riguarda il numero di tamponi effettuati. Qui un dato solo comasco non è mai stato fornito, e allora bisogna ricorrere alla comunicazione fatta al 14 aprile da Ats ai sindacati, ovviamente allarmati per la situazione nelle case di riposo. E da quei dati risulta che a metà aprile l’ex Asl aveva eseguito personalmente appena 80 tamponi (alla Casa di Gino di Lora e a Villa Stefania a Sala Comacina). Mentre aveva consegnato alle Rsa 993 tamponi per verificare una popolazione complessiva (tra ospiti e personale sanitario) di quasi 7.500 persone. Come dire: a un mese e mezzo dallo scoppio dell’emergenza, nelle Rsa erano stati monitorati appena il 13% delle persone.

Ma dai dati forniti ai sindacati, emerge un altro particolare che fa capire come il dato finale elaborato sull’incidenza da Covid sia bugiardo: al 14 aprile secondo Ats i deceduti per Covid sono 62 e i deceduti per patologie non correlate al virus 300. Peccato che a questo dato ne vada unito un altro (tenuto nascosto): quello degli ospiti deceduti per sospetto Covid, che a metà aprile erano 161. I numeri della strage, insomma, rischiano di essere decisamente più gravi di quelli ufficiali. Mentre l’indagine dei Nas prosegue.

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