L’Inghilterra blindata
I comaschi: «Bloccati qui»

Il virus mutato: voci lariane da oltre Manica

Oltre la Manica il virus sta mutando e fa davvero paura. La grande comunità dei comaschi in Inghilterra vive chiusa in casa e ha rinunciato a tornare per Natale.

Tanti Paesi incluso il nostro hanno bloccato i voli provenienti dal Regno Unito, serve quarantena e tampone per i rimpatri.

Secondo gli esperti la mutazione del Covid guarda ad una maggiore trasmissibilità, una migliore capacità del virus di diffondersi tra le persone. Ma il virus inglese non è più letale, non fa più morti.

«Così dicono - commenta per esempio Ago Perrone, comasco doc, oggi divenuto a Londra uno dei barman più premiati al mondo -. Di sicuro da queste parti siamo tornati ad un blocco totale e ad una risalita impressionante dei contagi, un vero e proprio picco. Ma se il fatto sia dovuto ad una mutazione del virus non è chiaro, né è chiaro come e quanto la mutazione incida, almeno a leggere i giornali e i grandi esperti. Forse uno strettissimo parente del Covid che nel south east ha cambiato volto, forse è il Covid stesso. Non si sa se questa mutazione sia nata a Londra o se qualcuno l’abbia portata da chissà dove. Un fatto certo è che gli ospedali si stanno riempiendo e si stanno preparando per reggere ad una forte onda d’urto. E questa conseguenza purtroppo è indubbia, indiscutibile».

Perrone si è classificato al primo posto nella classifica World’ 50 best bar con il suo Connaught bar tra Hide Park e Soho.

All’inizio della pandemia il governo di Londra parlava di immunità di gregge, non ha chiuso le porte, non ha imposto regole restrittive. Un po’ come la Svezia, in parte come la Svizzera.

«Adesso però ci siamo ricreduti – racconta Perrone, che è nato a Maslianico ed è un ex studente del Caio Plinio, londinese dal 2003 –Siamo al livello d’allarme quattro, l’allerta massima».

È tutto chiuso un’altra volta. «Siamo super “rossi”. E del resto occorre dire che fino a poche ore fa c’erano incontrollabili folle in giro per la città a fare shopping. Con i bar e i ristoranti sempre presi di mira ed ancora sigillati. Io mi dedico ai cocktail da asporto e al sostegno delle attività ferme. Le autorità dicono che prima dell’Epifania non se ne uscirà. Un po’ di timore c’è, è normale. Qualche amico e conoscente italiano è riuscito a prendere un volo all’ultima ora nei giorni scorsi, adesso di fatto è impossibile o quasi. Ma venire a Como e mettere a rischio altre persone, con l’isolamento forzato anche sul lago, non mi pare saggio. Festeggeremo insieme il prossimo anno, l’importante è la salute».

Guardando ai comaschi che negli ultimi anni si sono iscritti all’Aire, l’anagrafe dei cittadini italiani residenti all’estero - esclusa come ovvio la vicina Svizzera - è proprio l’Inghilterra la meta preferita per chi dal lago fa le valigie. A Londra ci sono centinaia di comaschi che ormai si sono rifatti una vita.

Tantissimi sono giovani, molti sono studenti. «Io lavoro all’università dell’Exeter – racconta per esempio Federico Botta, ex alunno del Collegio Gallio, oggi esperto di flussi e movimento sociali –. Fuori dalla capitale i contagi crescono meno e il livello d’allerta è di poco inferiore. Londra rimane l’epicentro, noi siamo nella punta a sud ovest. Possiamo trovarci con un massimo di due nuclei familiari e soltanto il giorno di Natale, con tutte le precauzioni del caso. Da otto anni torno sempre a Como per le feste, questa volta rinuncio. Dovrei fare una doppia quarantena e poi è bene non mettere a rischio i nostri cari. Sarebbe altrimenti un brutto Natale. Dobbiamo fare un sacrificio e augurarci che il prossimo anno sia migliore di questo. Quanto alla mutazione l’impressione è che la scienza non sappia ancora molto. Ma è un fatto che la curva epidemiologica sta salendo in maniera impressionante».

Mascherine e distanze anche nelle campagne inglesi quindi, con la possibilità, con un livello d’allarme due, di incontrarsi sì, ma all’aria aperta. E a non meno di due metri di distanza. È questa la distanza precauzionale decisa dalle autorità britanniche. Oltre Manica non basta più il nostro famoso metro di separazione.
. Bac.

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