L’ira dei prof per i parcheggi: «Ci tolgono i posti auto. Ad altri l’hanno lasciato»

La protesta I docenti del Volta, del Caio Plinio e del Teresa Ciceri. «Valmulini e bus? Arriveremmo in ritardo, come tanti nostri studenti»

C’è un elemento che accomuna le persone in possesso di un abbonamento per l’autosilo di via Auguadri che dal 1 maggio non si troveranno costrette a cercare nuove soluzioni per posteggiare l’auto: dipendenti del Comune, della questura, del tribunale e di Csu sono tutti quanti dipendenti pubblici e continueranno a godere degli abbonamenti, che agli altri utenti verranno sospesi. Verrebbe allora spontaneo pensare che l’eccezione alla (nuova) regola annunciata a febbraio dal sindaco Alessandro Rapinese si estenda a tutti coloro che lavorano nel pubblico. Ma così non è. A denunciarlo sono alcuni docenti delle tre scuole pubbliche situate in centro città: il liceo Volta, il liceo Teresa Ciceri e l’istituto Caio Plinio.

Le proposte delle scuole

«Ho un abbonamento all’autosilo di via Auguadri dal 1994 - racconta Giuseppina Cardile, docente al liceo Volta - ho sempre pagato, anche durante il Covid, e da un momento all’altro scopro che non avrò più la possibilità di parcheggiare la macchina lì, mentre altri dipendenti pubblici come magistrati o dipendenti del Comune potranno continuare a farlo. Perché? Non si possono avere due pesi e due misure: il ministero della Giustizia e il ministero della Pubblica Istruzione hanno forse importanza diversa?».

La domanda non se l’è posta solamente lei, ma anzi c’è chi tra gli insegnanti ha scritto direttamente al sindaco chiedendo una proroga del proprio abbonamento almeno fino a luglio, mese in cui scatterà per alcuni docenti pubblici la pensione. La risposta del sindaco? Nessuna deroga. Al giornale invece, chieste delucidazioni sull’argomento, Rapinese non ha dato risposta. La ragione della distinzione messa in campo può essere ricercata scavando nel passato, quando cioè fu proprio il ministero della Giustizia a contribuire ai lavori di restauro dell’autosilo, in cambio di alcuni posti. Oggi però gli insegnanti chiedono che, a prescindere dai pregressi, vengano trovate soluzioni.

«Anni fa il Comune propose una convenzione anche al liceo Volta, che non la stipulò» ha spiegato il preside Angelo Valtorta. Un terzo dei docenti della sua scuola, che in totale sono 80, risiede fuori città, come la professoressa Cardile, di Bregnano, e la professoressa Domitilla Leali, di San Fermo. «Se fosse possibile fare ora una nuova convenzione per tutelare gli insegnanti della scuola pubblica delle tre scuole superiori del centro, io sarei disponibile a dialogare» continua Valtorta.

Della stessa posizione anche il preside del liceo Ciceri, Vincenzo Iaia: «Appoggio una proposta di questo tipo, credo potrebbe giovare anche agli insegnanti della mia scuola». Ma cosa cambia effettivamente per i docenti che ogni giorno raggiungono il centro città per svolgere un servizio pubblico? «Trovare parcheggio a Como dopo le 7.15 è un’impresa - spiega la professoressa Leali - ci è stato proposto di stipulare un abbonamento annuale in Valmulini con possibilità di spostarci poi in autobus. Ma il rischio, in quella fascia oraria frequentata da tantissimi studenti, è di non riuscire a salire sui pullman pieni e arrivare in ritardo in classe. Altre alternative sono l’Ippocastano, o via Castelnuovo, ma anche in quel caso bisogna partire prima la mattina e sperare, comunque, di trovare parcheggio perché nelle condizioni in cui ci troviamo ora noi docenti si troveranno anche molti altri lavoratori del settore privato».

«Non limitarsi ai divieti»

Più ad ampio raggio il ragionamento proposto da Silvana Campisano, dirigente scolastico dell’istituto Caio Plinio, i cui insegnanti risolvono la problematica del posteggio trovando aree di sosta nei dintorni della scuola o in via Rezia. «Ma io credo che la centralità dell’amministrazione comunale stia nel promuovere il dialogo e le soluzioni. Limitandosi ad aumentare costi e divieti non si rende la città più vivibile».

Campisano fa riferimento ad alcune strutture pubbliche i cui posteggi dopo una certa ora restano vuoti e in particolare al Genio civile che si trova proprio di fronte alla sua scuola: «Rendere disponibili alla scuola quei posteggi negli orari dei corsi serali sarebbe l’ideale. Si tratta comunque di un servizio pubblico». Intanto il 1 maggio si avvicina e, come i lavorati del settore privato, anche gli insegnanti cercano soluzioni, nella speranza che l’amministrazione comunale sia aperta alle proposte delle scuole.

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