Liste d’attesa, cattive notizie: il nuovo Cup solo tra due anni

Sant’Anna La Regione: «Ci sono delle variabili organizzative e tecnologie che devono essere definite col fornitore»

Per il Centro unico di prenotazione bisognerà aspettare, se va bene, ancora due anni. Per aiutare la sanità a dare risposte ai cittadini, nonostante l’invecchiamento della popolazione e la carenza di personale, si parla spesso di innovazione, informatica e tecnologia.

Una delle novità attese per snellire le liste e aiutare i cittadini a trovare posto per fare visite e appuntamenti è il Cup. Un centro unico di prenotazione che online o al telefono permetta ai pazienti di consultare le agende di tutti i presidi pubblici e privati. Un fatto oggi in larga parte impossibile, dal fascicolo sanitario come dal centralino si ha accesso a poche prestazioni, online compare solo qualche presidio e ambulatorio. La programmazione di un Cup unico regionale, di cui si parla senza esito da anni già prima della pandemia, è stata approvata alla fine del 2022 e poi con una delibera del gennaio 2023. Durante il precedente mandato era stato promesso già a novembre del 2022. Ora, stando a quando illustrato in commissione regionale dall’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso, la gara per aggiudicare la costruzione di un Cup unico doveva chiudersi entro fine anno. Quindi da gennaio le prime otto Asst dovevano iniziare un percorso di sperimentazione lungo un anno. In questa prima tornata sono comprese le aziende ospedaliere bresciane Civile, Franciacorta e del Garda, quelle di Cremona, Crema e Lodi e la Papa Giovanni di Bergamo. Non dunque l’Asst Lariana per il territorio di Como. Quindi nel 2025 per i successivi dodici mesi entreranno nel Cup altre 12 Asst lombarde e infine dal 2026 entro il 2027 le restante 12. Non sarà quindi un percorso molto rapido.

Ieri non è stato possibile capire per tramite dell’assessorato del Welfare se Como dovrà aspettare la fine del 2025 oppure la fine del 2026. «Ci sono delle variabili organizzative e tecnologie che devono essere definite col fornitore», riferiscono dalla Regione. Giunti a metà febbraio dunque la svolta attesa da gennaio ha ancora dei punti interrogativi da sciogliere.

Tornando alla presentazione del cronoprogramma si diceva che «gli enti privati a contratto saranno progressivamente attivati dal 2024 con cronoprogramma da definire». Sui privati accreditati l’assessore Bertolaso era stato severo, aveva dato a questi enti un ultimatum, spiegando che chi non dovesse aprire tutte le agende verrà escluso dal sistema regionale. Fatta ieri una prova tramite il fascicolo per prenotare una Tac il sistema nel Comasco suggerisce degli appuntamenti solo all’ospedale di Gravedona, al poliambulatorio di Bregnano e a Villa Aprica. Non si possono consultare invece le disponibilità per esempio del Sant’Anna, del Sant’Antonio Abate o del Valduce.

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