Lo Yacht Club patteggia: mezzo milione di euro all’Agenzia delle entrate

L’accordo Soluzione per gli anni tra il 2019 e il 2021. Il presidente: «Per i successivi abbiamo versato l’Iva». E da un mese ha riaperto il distributore di carburante

Como

Lo Yacht Club patteggia la multa dell’Agenzia delle entrate: poco meno di mezzo milione di euro, a fronte di una contestazione superiore al milione. L’ultima assemblea straordinaria dei soci ha approvato l’adesione all’accertamento notificato alla fine dell’estate dal fisco. Due i passaggi dell’accordo. La prima: il pagamento di 490mila euro per le annualità tra il 2019 e il 2021. La seconda: per gli anni successivi il pagamento dell’Iva su tutte le voci considerate come “commerciali” da parte degli ispettori dell’Agenzia delle entrate di Como.

«Soddisfatti»

«Abbiamo trovato una soluzione che soddisfa entrambe le parti - commenta il presidente dell’associazione di viale Puecher, Gioacchino Favara - Siamo una società sportiva con alcune entrate di natura commerciale, abbiamo sanato il pregresso accogliendo le richieste dell’Agenzia delle Entrate Per gli anni successivi abbiamo versato l’Iva e su tutte le partite commerciali secondo i nostri commercialisti siamo in regola».

Il verbale di constatazione da parte degli ispettori del fisco era arrivato dopo l’attenta analisi dei bilanci degli ultimi sei anni., documenti contabili e fiscali dove la voce relativa agli introiti commerciali è stata considerata preminente e decisamente fuori contesto, se si pensa alla reale attività di un’associazione sportiva dilettantistica. In particolare sono state considerate voci commerciali la vendita di carburante, quello dello Yacht Club è l’unico distributore esistente nel primo bacino, la gestione del ristorante, gli introiti del bar, l’affitto della sede per eventi non connessi con l’attività sociale.

Dopotutto la stessa associazione, nell’ultimo bilancio approvato lo scorso giugno, aveva messo nero su bianco che la voce “proventi commerciali” pesa per il 68,2% del totale dei ricavi che per il 2024 avevano superato i 2,5 milioni di euro, soprattutto grazie agli introiti per la vendita di carburante (1,7 milioni). E a questo proposito da un mese è stato riaperto il distributore, chiuso dal Comune prima dell’estate per asserite irregolarità.

Il capitolo Comune

Chiuso - almeno così pare - il capitolo fisco, resta aperto quello con il Comune di Como. A inizio anno il dirigente del settore Patrimonio e Sport di Palazzo Cernezzi, Valentino Chiarion, ha chiesto conto di come sia stata utilizzata la sede sociale, data in concessione ormai 25 anni fa dallo stesso Comune. Palazzo Cernezzi voleva comprendere se vi fossero state«violazioni dello statuto» in conseguenza alla presenza di «non meglio precisate attività commerciali». «Abbiamo chiesto un incontro, stiamo aspettando la convocazione per definire alcuni aspetti della concessione» sottolinea al riguardo il presidente Favara. Nel corso dell’assemblea il presidente stesso ha tenuto a tranquillizzare i soci, sostenendo che i costi dell’accordo con il fisco non sarebbero stati pagati da loro, anche se per il 2026 la quota sociale è stata aumentata da 800 a 900 euro «tenuto conto del contenzioso in essere con l’Agenzia delle Entrate» (così si leggeva nella comunicazione di un paio di mesi fa). Alcuni soci hanno chiesto poi conto della presenza di taxi boat negli ormeggi della marina dello Yacht Club e Favara ha spiegato che i soci hanno diritto a ormeggiare una propria imbarcazione, indipendentemente dall’uso che ne fa senza dover pagare l’Iva, in quanto iscritti alla Federazione italiana motonautica. Tra l’altro «abbiamo messo a calendario 2 gare di cui una in occasione della 100 miglia per tutti i soci diportisti iscritti alla Fim come soci sportivi» ha chiarito Favara.

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