Locatelli: «Dalle onlus al governo, ora torno alle origini»

L’intervista Alessndra Locatelli, comasca, ministro per le Disabilità: «Al volontariato sono legati i miei ricordi più belli»

Da volontaria in un’associazione sportiva di volontariato, a ministro per le Disabilità. La comasca Alessandra Locatelli, 47 anni, domani tornerà alle origini del suo percorso. Prima professionale e, in seguito, anche politico. Sarà infatti in tribuna come ospite d’onore alla piscina di Villa Guardia, in occasione della gara di nuoto, riservata ad atleti con disabilità intellettivo-relazionali, organizzata da Osha Como.

Ministro, che effetto le fa tornare nella sua prima associazione?

Sarò alla gara con piacere ed emozione. Ho cominciato la mia esperienza nel volontariato proprio in piscina, con Osha: ero giovanissima, nemmeno ventenne.

Come ha cominciato?

Mi consigliò questa associazione l’amico Guido Martinelli, che conosceva delle ragazze che svolgevano volontariato. Mi ha portato alla piscina di Casate e mi sono innamorata di questo mondo.

Che faceva esattamente?

C’erano i nuotatori agonisti che svolgevano i loro allenamenti per le gare regionali. Mi sono appassionata in fretta, seguivo i ragazzi in vasca. Ricordo in particolare sia un piccolo gruppo di bambine con sindrome di Down, sia ragazzi con disabilità fisiche, che seguivo più da vicino.

Ha potuto vivere anche le gare?

Ricordo almeno un paio di trasferte, a Varese e a Mantova. Si partiva tutti insieme, sul pullmino della società, tutti con la divisa di rappresentanza bianca e azzurra. Ero felicissima, lo eravamo tutti. Mi sentivo parte della squadra, non solo un tecnico al seguito.

Per Osha è il momento dei 50 anni. Che importanza riveste questa società nel tessuto cittadino e sociale?

È un traguardo importante, per un fiore all’occhiello della città. È un’associazione che si è sviluppata, espandendo la propria offerta di sport, innovandosi negli anni. Ricordo di aver ospitato atleti, allenatori e dirigenti come vicesindaco a Palazzo Cernezzi. In questa società ci sono tanti campioni, che rappresentano Como in tutta Italia e anche all’estero, grazie alla maglia azzurra, in tante competizioni internazionali.

L’esperienza come volontaria le è servita?

Certo, perché i miei studi e i miei interessi si sono diretti verso il Terzo settore. Anche a livello lavorativo, ho lavorato come educatore e direttore alla comunità-alloggio “Il Glicine”. E, successivamente, in vari incarichi politici in Comune, Regione e, ora, al Governo. Fare volontariato da ragazza è stata un’esperienza positiva, tutto è partito dall’Osha: è un percorso che poi è proseguito a contatto con volontari, associazioni, ragazzi con disabilità. Che è stata la parte più bella della mia vita.

Sport e disabilità, ci sono novità in termini di interventi governativi?

Stiamo lavorando per potenziare l’attività sportiva a tutti i livelli, per renderla soprattutto inclusiva e accessibile anche a chi non ha le necessarie potenzialità economiche. Il principio è che tutti debbano partecipare e avere accesso alle strutture e alle associazioni. Inoltre, riattiveremo i Giochi della Gioventù: l’obiettivo è far avvicinare i ragazzi allo sport in modo inclusivo per poi decidere come proseguire l’attività nel tempo libero.

L’Italia, nelle manifestazioni internazionali più importanti, è sempre tra le Nazioni più medagliate…

Tanti appuntamenti di primo piano dicono esattamente questo: bisogna proseguire su questa buona strada. Le Paralimpiadi di Milano-Cortina 2026 sono alle porte, ma prima a Torino ospiteremo gli Special Olympics invernali nel 2025.

Su Como, invece, resta l’annoso problema degli impianti sportivi.

È un problema che si trascina da tanti anni e che deve essere risolto. Credo che, partendo dalle scuole, sia doveroso dare a tutti la possibilità di usufruire di spazi accessibili. E spero che la carenza di impianti, che riguarda purtroppo tante città e paesi in Italia, si possa risolvere. Mal comune non è mezzo gaudio, per questo dobbiamo lavorare tutti insieme.

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