Lotta a furti e truffe: a Como 423 famiglie si aiutano “in rete”

L’iniziativa Già nove gruppi per il controllo del vicinato che vanno da Ponte Chiasso a Camnago e San Martino. La referente: «Vogliamo espanderci». Pronti altri cartelli

Controllare la propria strada e il proprio quartiere attraverso un sistema di comunicazioni su WhatsApp come avviene in molte parti d’Europa con l’obiettivo di aiutare gli altri residenti e le forze dell’ordine a prevenire o intervenire in caso di truffe, situazioni anomale o tentativi di furti. È lo scopo dei gruppi di controllo del vicinato che in città si stanno allargando sempre di più (a breve verranno anche installati altri cartelli gialli).

La divisione nei quartieri

Ne ha parlato nel suo intervento durante la festa del corpo della Polizia locale il comandante Vincenzo Aiello, convinto sostenitore del progetto di volontariato civico e che, un anno fa, aveva sottoscritto l’apposito protocollo con la Prefettura. Attualmente in città sono collegate 423 famiglie, suddivise in nove gruppi. In particolare il servizio è attivo a Ponte Chiasso (75 iscritti), Monte Olimpino (82), Sagnino (83), Tavernola (55), Albate (17), Rebbio (32), Camnago Volta (due gruppi distinti per 29 iscritti totali) e San Martino (12). Le regole di partecipazione sono molto rigide e la prima è che ad essere iscritto sia un unico componente per famiglia. Questo significa anche che il numero complessivo di persone coinvolte è decisamente superiore rispetto agli aderenti (che sottoscrivono un apposito modulo). E il servizio, operativo in diversi Comuni, punta ad allargarsi ancora in città. «Nei quartieri dove c’è il controllo del vicinato - spiega Maririta Berti, referente di tutti i gruppi cittadini e coordinatore provinciale - i casi di micro o macro criminalità si sono abbattuti. Questo vale per le truffe, ma anche per i furti. Tra l’altro la collaborazione con la Polizia locale è costante, sono state fatte anche diverse riunioni e abbiamo sempre nuove richieste. L’intenzione è quella di espandersi anche su quartieri attualmente non coperti da questo servizio di volontariato e penso, soprattutto, a Como centro. Da quando c’è il comandate Aiello, che crede molto in questo tipo di attività, facciamo riferimento alla Polizia locale, come coordinatori, anche per avere consigli su singole problematiche».

Dalla Polizia locale spiegano che le segnalazioni sono solitamente molto puntuali (da auto abbandonate a questioni più complesse) e che, mediamente, ne ricevono una decina al mese.

Uno dei temi che sta molto a cuore alla referente dei coordinatori è la lotta alle truffe. «Serve molto anche il tam tam tra le persone anziane - precisa - e da quando continuiamo a insistere ci avvertono subito. Abbiamo persone che hanno solo il telefono fisso e le chiamiamo direttamente in caso di necessità, non devono sentirsi tagliate fuori solo per il fatto di non avere uno smartphone. Bisogna sempre tenere presente che può succedere qualunque cosa a chiunque e in qualunque momento».

Come funziona

Grande attenzione all’utilizzo di Wapp: «Siamo molto severi su questo - conclude Berti - e le segnalazioni devono essere sintetiche e coincise, poi valuta il coordinatore come agire. Consigliamo sempre di mettere una suoneria personalizzata in modo che si sa subito che sta accadendo qualcosa nella propria zona. Un gruppo non è una chat per commenti o altro, è tutto molto rigoroso».

A sostegno dei gruppi di volontariato anche il sindaco Alessandro Rapinese, che ha la delega alla Sicurezza: «Una comunità connessa è una comunità forte e la Polizia locale sta facendo un lavoro straordinario».

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