Lui con Conte, lei Di Maio: Grillini divisi alla Camera, ma sabato si sposeranno

Politica Giovanni Currò resta nei Cinquestelle, la fidanzata Maria Pallini lascia il gruppo

Divisi alla Camera, uniti in matrimonio. Il deputato comasco fedele al M5S Giovanni Currò sabato sposerà l’ormai ex pentastellata Maria Pallini, confluita invece nel nuovo gruppo parlamentare guidato dal Ministro Luigi Di Maio. Currò e Pallini hanno scelto di percorrere due strade politiche diverse. Lui è rimasto per ora all’interno del M5S in linea con le scelte del leader Giuseppe Conte. Al contrario lei è entrata a far parte del nuovo gruppo “Insieme per il futuro” in compagnia di 62 “dimaiani” scissionisti. Ciò nonostante i due sabato 25 giugno si uniranno in matrimonio.

Pallini è una deputata di Avellino eletta in Campania, come Di Maio. Il Ministro degli Esteri vicino alla sua circoscrizione è politicamente forte ed è molto radicato, infatti 18 parlamentare grillini campani sono confluiti nel gruppo “Insieme per il futuro”. Pallini in Parlamento si occupa da anni in particolare di politiche del lavoro. Currò come noto è siciliano, ma è un comasco acquisito tanto più che è stato eletto nel nostro collegio alle ultime elezioni politiche dove il M5S si è imposto a livello nazionale. Currò ha sempre avuto posizioni governative, vicine ai vertici del movimento, intenzionato per esempio a difendere l’alleanza con il Pd al contrario di molti esponenti della base comasca del partito.

I due deputati pentastellati si sono conosciuti nelle stanze romane, discutendo del decreto legge dignità. Currò non smentisce la notizia, ma non vuole commentare le sue vicende matrimoniali. «Ci tengo a tenere separati l’impegno politico e sociale dalla mia vita personale». Il parlamentare comasco invece intende con forza ribadire le ragioni della sua permanenza nel M5S: «Resto, la mia casa e la mia storia politica territoriale sono qui – dice - è chiaro, il movimento sta attraversando un momento importante di cambiamento, come peraltro è nella natura stessa dei movimenti politici, ma la strada è chiara e si va avanti a lavorare a testa bassa per i cittadini». Una delle fratture che hanno portato Di Maio ad uscire dal movimento e a creare un gruppo parlamentare indipendente è la regola del limite del secondo mandato. I pentastellati, in origine, non dovevano ricandidarsi per garantire il continuo rinnovo della rappresentanza elettorale. Sul tema di recente è tornato il fondatore del movimento Beppe Grillo, sconfessando il ministro Di Maio.

Al netto della storia d’amore la spaccatura nel M5S non ha prodotto scossoni a livello locale. Tutti i rappresenti comaschi sono rimasti per ora fedeli al movimento, dal consigliere regionale Raffaele Erba all’ex capogruppo Fabio Aleotti. Sebbene a livello amministrativo il M5S sia sparito da Palazzo Cernezzi.

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