Manca il 30% dei prof di sostegno: accolti i ricorsi, ma nulla cambia

Scuola Sono 150 le famiglie comasche, con figli che hanno difficoltà in classe, ad aver presentato ricorso e a tutte è stata data ragione

Manca il 30% di cattedre di sostegno, 150 famiglie comasche hanno presentato ricorso ed hanno tutte avuto ragione.

Per aiutare gli studenti che hanno delle difficoltà in classe, in particolare per disturbi gravi e certificati, alle scuole vengono assegnati docenti di sostegno con un monte ore prestabilito. In provincia di Como, però, è stato riconosciute un numero troppo esiguo di cattedre per garantire a questi studenti con disabilità il giusto supporto. Bambini e adolescenti con una fragilità grave dovrebbero avere un rapporto uno ad uno con il proprio docente di sostegno mentre di fatto, numeri alla mano, il rapporto nelle scuole diventa di due a uno. Sono oltre 3mila gli alunni comaschi con una disabilità certificata nella scuole pubbliche, circa un terzo ha una difficoltà considerata grave.

«Il ministero dell’Istruzione deve provvedere – dice Gerardo Salvo, segretario della Uil Scuola Como – nella nostra provincia servirebbe un 30% in più di cattedre di sostegno per garantire a tutti gli alunni che ne hanno diritto il corretto rapporto con l’insegnante. Già l’anno scorso l’ufficio scolastico intendeva trovare una soluzione a questo problema. Anche perché circa 150 famiglie comasche si sono rivolte nel corso dei mesi al giudice per fare valere i loro diritti e il tribunale ha dato loro sistematicamente ragione». I sindacati anche quest’anno si apprestano ad aiutare le famiglie che ricevono meno supporto scolastico rispetto al dovuto.

Anche Ledha, l’associazione che tutela i diritti dei disabili, offre uno sportello legale. «Il sostegno a scuola è un diritto, i tribunali non possono non riconoscere simili richieste – spiega Giovanni Barin, rappresentante dell’associazione “Genitori tosti” che fa parte di Ledha Lombardia – tante se non tutte le province lombarde hanno ottenuto poche cattedre. Certo è vero che il sistema fa fatica perché negli ultimi anni è molto cresciuto il numero degli alunni con difficoltà accertate, in particolare quelle lievi». Mancano anche docenti specializzati nel sostegno. Una volta ottenuta la cattedra le scuole quasi sempre nominano insegnanti senza alle spalle un percorso per aiutare i bambini più fragili. Persone spesso alla prima esperienza.

Secondo Ledha «l’assegnazione degli insegnanti di sostegno avviene sempre in ritardo, ad anno scolastico già in corso».

«Si inizia con supplenze temporanee, a causa della mancanza di figure qualificate. Quello che succede in alcuni casi è che a un solo insegnante di sostegno vengono assegnati due o più minori con disabilità. Anche per quanto riguarda l’assistenza educativa può succedere che l’assistente venga assegnato in ritardo, con un numero di ore insufficiente rispetto a quelle stabilite o che debba farsi carico di più minori all’interno dello stesso plesso». L’educatore è una figura esterna alla scuola che viene richiesta tramite Comuni e Regione. Per le associazioni che difendono i diritti dei disabili comunque il sistema rischia sempre più di creare un divario, senza una vera inclusione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA