
(Foto di archivio)
Ospedale Sono un’ottantina i professionisti comaschi che hanno dato la loro disponibilità a coprire i turni - Ma all’appello di Asst rispondono anche 30 infermieri
Una classe di medici settantenni è pronta a tornare in reparto.
Alla luce della grave carenza di personale sanitario, tra i tanti tentativi fatti dall’Asst Lariana per trovare specialisti e infermieri, negli scorsi giorni la direzione ha pubblicato un lungo elenco di medici esterni che ha dato disponibilità a coprire dei turni come libero professionista. Hanno risposto alla chiamata più di un’ottantina di medici e circa una trentina di infermieri. Salvo qualche specializzando la maggioranza dei volontari sono medici in pensione, settantenni, dottori dai nomi noti nati negli anni Cinquanta.
Nell’elenco c’è per esempio il cardiologo del Valduce Claudio Santo Zerboni, 78 anni, già al Sant’Anna, c’è Sergio Casati, 68 anni, appena salutati i colleghi a febbraio dopo 37 anni d’impegno proprio nell’Asst Lariana. C’è Carlo Giura, 73 anni già nefrologo al Sant’Anna e ancora il medico legale ex Asl Amneris Magella, 67 anni, il collega Mario Rodolfo Perosino, 70 anni, lo psichiatra comasco Stefano Biscioni, 72 anni, il medico di famiglia Aldo Galliano, 72 anni. C’è l’anestesista Alberto Ferrini che superati i 70 anni si è congedato dai colleghi di San Fermo lo scorso giugno, oppure il dermatologo Guido Ferguglia, 66 anni, anche lui con un passato al Sant’Anna. Gli esempi sono davvero tanti. Tra gli infermieri c’è Samuele Sgrò, Abbondino d’oro nel 2010, quando con il 118 sul luogo di un tragico incidente aveva salvato la vita ad una bambina che aveva aiutato a nascere.
«Ho dato disponibilità perché non ci sono più psichiatri – commenta Salvatore Zizolfi, 72 anni – il reparto ci ha chiesto aiuto e in questi mesi noi pensionati stiamo contribuendo a snellire le lunghe liste d’attesa, da più di tre mesi stiamo passando a pochi giorni». Anche la moglie di Zizolfi, la psichiatra Gabriella Cilli, 69 anni, è nell’elenco. «Lavorare mi aiuta a non invecchiare – dice il geriatra Gaetano Pavano, 73 anni – e poi ho prestato il giuramento di Ippocrate, se c’è bisogno d’aiuto continuerò a fare il medico finché avrò le forze. Il problema della nostra sanità però è grave, mancano i giovani, chi può scappa all’estero». Il contratto di libera professione dura fino a fine anno ed è prorogabile secondo necessità. «Non facciamo le notti, dopo 42 anni di ospedale non ne avrei più le forze – dice Rosanna Jemoli, cardiologa di 72 anni –, molti di noi coprono visite e ambulatori altrimenti scoperti. Io lo faccio perché non voglio lasciare soli i pazienti».
«Non è certo per soldi, lavorassimo privatamente guadagneremmo il triplo – spiega Maurizio Volpi, 70 anni, ematologo da poco pensionato – io lo faccio perché senza di me molti pazienti non avrebbero un riferimento, non ci sono ambulatori come il mio nella zona del lago». Non è la prima volta che l’Asst Lariana richiama pensionati in libera professione. «La sanità versa in condizioni drammatiche, è mancato il ricambio – commenta Antonio Iraci, 70 anni, psichiatra a lungo responsabile dei disturbi alimentari – mi sono fermato per raggiunti limiti di età e da qualche mese sono tornato a fare lo stesso mestiere, pur riducendo l’impegno orario».
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