Marito a processo per le violenze: «Picchiata anche in gravidanza»

Palazzo di giustizia Le agghiaccianti accuse di una donna residente in città. L’ultimo episodio: denudata con la forza, poi la minaccia di divulgare le foto

L’accusa era stata messa nero su bianco dalla compagna, una donna di 39 anni, all’indomani di una presunta violenza sessuale in cui la vittima era stata denudata con la forza e poi palpeggiata, fotografata e minacciata della divulgazione proprio di quegli scatti. Era il 17 marzo del 2020. Il giorno dopo, la presunta vittima era in Questura, a Como, per raccontare la propria storia. Una vicenda che era partita da anni prima, ovvero dal 2016, da quando cioè erano iniziati i maltrattamenti di quell’uomo che era il suo compagno – 40 anni – e che le aveva anche dato una figlia.

I presunti maltrattamenti

La storia ha come protagonisti due ecuadoriani che vivono in città, finiti di fronte al giudice dell’udienza preliminare di Como Massimo Mercaldo che ha rinviato a giudizio l’uomo. L’appuntamento di fronte al collegio del Tribunale lariano è stato fissato per novembre. La donna, nell’udienza preliminare – dove si è costituita parte civile, è stata rappresentata dall’avvocato Massimiliano Iantorno, mentre l’uomo dal legale Andrea Donadini.

Se la violenza sessuale era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso, almeno stando a quanto riferito dalla presunta vittima (tesi che ora dovrà passare al vaglio del dibattimento), nella denuncia la signora aveva riferito anche di altri episodi nel corso degli anni, episodi che sono confluiti in una ipotesi di reato di maltrattamenti in famiglia avvenuti anche quando la trentanovenne era in gravidanza. In una occasione la vittima aveva riferito di essere stata scaraventata sul letto, con l’uomo che si era fermato solo quando lei gli aveva gridato di rischiare il parto anticipato. Ma anche dopo la nascita della figlia le cose non erano migliorate. Il 14 giugno 2018, mentre la mamma stava guidando l’auto e il compagno era accanto – con la bambina nel seggiolino dietro – il quarantenne aveva iniziato a insultarla e a picchiarla perché a suo dire procedeva troppo lentamente. La donna aveva fermato l’auto, aveva preso in braccio la figlia e si era recata al Pronto soccorso da cui era stata dimessa con quindici giorni di prognosi.

La denuncia nel 2020

Niente di tutto questo era stato poi denunciato, almeno fino al 17 marzo 2020 e a quel tentato abuso che aveva convinto la presunta vittima a riferire tutto alla polizia.

Il fascicolo penale – con le ipotesi di reato di maltrattamenti aggravanti dalla presenza del minore, e violenza sessuale – è poi approdato in Procura e nelle scorse ore in aula.

Il giudice ha accolto le richieste della pubblica accusa rinviando a giudizio l’imputato. La difesa, che ha sempre negato ogni addebito con vigore, a sua volta non ha voluto scegliere riti alternativi ed eventuali sconti di pena, decidendo dunque di andare in aula.

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