Mattarella all’Insubria: «Il ruolo dell’università è guardare al futuro». E Rapinese rilancia: «L’anno prossimo si torna a Como»

La cerimonia L’inaugurazione dell’anno accademico. Il Lario sostanzialmente dimenticato nei discorsi ufficiali

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inaugurato il nuovo anno accademico dell’Università dell’Insubria nell’aula magna della sede di Varese (anziché a Como, disertata da oltre tre anni), festeggiando anche i primi 25 anni di vita dell’ateneo. Presenti anche il presidente della Regione Attilio Fontana, il prefetto di Como Andrea Polichetti e di Varese Salvatore Rosario Pasquariello, i sindaci di Como Alessandro Rapinese e di Varese Davide Galimberti, i presidenti della Provincia di Como Fiorenzo Bongiasca e di Varese Emanuele Antonelli. Tra gli ospiti che hanno accettato l’invito dell’ateneo anche il ministro dell’Università e della ricerca Anna Maria Bernini, insieme a senatori e deputati delle due province, rettori e prorettori in rappresentanza delle altre università.

Le radici europee

Gli interventi nel corso della cerimonia, tra cui la lectio magistralis “Dall’Europa del diritto all’Europa dei diritti” di Vincenzo Salvatore, professore ordinario di Diritto dell’Unione Europea, sono stati dedicati all’integrazione europea come sfida e opportunità per le nuove generazioni che l’università si impegna a formare. «Venticinque anni sono un’età giovanile - ha detto il capo dello Stato - ma l’ateneo è affermato, aperto all’innovazione e alla dimensione internazionale, ha un forte collegamento con un territorio ricco di attività produttive, dinamico, che svolge un ruolo di traino per la nostra economia».

Ripartendo dalle radici ideali dell’Unione Europea alle sue origini, Mattarella ha invitato a «fare la nostra parte del tempo che ci appartiene» per completare e attualizzare l’integrazione tra stati del medesimo continente, chiamati a sfide nuove che nessun Paese è in grado di affrontare singolarmente. «Malgrado ogni tanto affiorino illusioni di ritorni a un tempo che non c’è più, tutte le sfide più importanti che abbiamo di fronte richiedono integrazione continentale e mondiale, dal clima alle migrazioni e all’economia globalizzata in cui grandi soggetti operano completamente svincolati da regole e interventi dei singoli stati. Per questo è fondamentale il ruolo dell’università: il compito di affrontarle è affidato ai giovani e il compito degli atenei è occuparsi del futuro dei giovani».

Il conflitto Varese-Como

Con l’occasione il rettore Angelo Tagliabue ha riassunto, anche attraverso i numeri, alcuni risultati raggiunti dal 14 luglio del 1998, quando è nata l’Insubria. «Abbiamo radici profonde nel territorio nelle due sedi di Varese e di Como, con una vocazione nazionale e internazionale. I docenti, gli studenti e il personale sono raddoppiati se non triplicati, nel rispetto delle pari opportunità. Oggi siamo un ateneo di medie dimensioni nel panorama universitario e abbiamo proclamato circa 35.000 dottori».

Sono stati reclutati oltre 80 ricercatori a tempo determinato che rappresentano il 20% dell’attuale corpo docente, e sono erogati 28 assegni post dottorato per ricercatori europei ed extra europei. «Siamo in dialogo costante con le istituzioni, le scuole, il mondo economico e produttivo che accoglie i nostri laureati e fa sì che il nostro tasso di occupabilità sia tra i migliori in Italia secondo i dati del Censis».

Non è passato inosservato che per la terza volta consecutiva la cerimonia sia stata organizzata a Varese, così come l’assenza di interventi comaschi. «È stato un onore stringere la mano al presidente Mattarella e un’opportunità di crescita poterlo ascoltare - ha commentato il sindaco Alessandro Rapinese - L’anno prossimo l’inaugurazione sarà a Como».

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