Mense scolastiche: il centro cottura lo faranno i privati

L’annuncio L’amministrazione punta su via Somigliana. Il sindaco: «Chi otterrà l’appalto dovrà anche costruire». Nella maxi cucina saranno cucinati 4.500 pasti al giorno

Il nuovo centro unico di cottura lo costruiscono i privati.

Entro fine anno scade l’appalto per il servizio di ristorazione scolastica. Oggi 28 refettori su 39 in città sono serviti da Euroristorazione, un’azienda vicentina con un centro cucine attivo a Garbagnate Milanese che spedisce i piatti a Como. Le restanti 11 scuole hanno le cuoche interne.

Un’area adeguata?

L’intenzione dell’amministrazione comunale è far costruire a un nuovo gestore privato un impianto in via Somigliana, nell’area della casa comunale, oggi poco utilizzata. Fornelli capaci di preparare circa 4.500 pranzi al giorno.

«Entro il 2023 il bando attuale scade – spiega il sindaco Alessandro Rapinese – e Como è l’unico capoluogo di provincia lombardo interessato da un possibile cambio. Quindi mi aspetto che i vari operatori privati terranno in considerazione il nostro progetto. Chiederemo nei prossimi mesi alle aziende interessate di farsi carico della costruzione di un nuovo centro unico di cottura in cambio della prossima concessione della gestione del servizio. Così, terminata la concessione, la città avrà in mano delle nuove cucine per le scuole cittadine. Un bene pubblico. Nuovo e da conservare con attenzione visti i frequenti controlli. Ma così creiamo anche dei risparmi sui bandi futuri, potendo affittare poi la nuova struttura ad altri gestori». Al netto dei vantaggi sulla qualità dei pasti, non più confezionati a Garbagnate.

I lavori utili a trasformare l’area di via Somigliana in una grande cucina per le scuole a detta del sindaco non dovrebbero essere ingenti. Anche, sempre secondo il primo cittadini, piuttosto rapidi. All’interno del Comune però non ci sono ancora progetti pronti, tutto dipende dalle proposte che presenteranno i privati. Il precedente bando era stato assegnato all’esterno, per la durata di tre anni, ad un importo pari a 5 milioni e 800mila euro. Per ora comunque nell’area di via Somigliana occorre analizzare i terreni per capire se è possibile o meno edificare.

«Quando sapremo se l’area sarà o meno adeguata proveremo a risolvere il problema alla fonte – dice Rapinese – oggi i pasti arrivano nelle scuole cittadine dall’hinterland milanese o oppure vengono preparati in poche cucine malmesse ancora funzionanti dentro alle nostre scuole».

Il progetto Lucini

Il progetto per costruire un centro unico di cottura, utile ad archiviare le cucine esistenti e la distribuzione dei pasti da Garbagnate, ha sollevato più di un malumore. I sindacati in particolare hanno mosso critiche, volendo salvaguardare posti di lavoro che però secondo il sindaco non verranno lo stesso persi. Al massimo riassorbiti dai privati.

Due mandati fa anche il sindaco Mario Lucini voleva costruire un centro unico di cottura. «Ma il progetto era fallimentare – commenta Rapinese – Volevano fare un centro di cottura pubblico, in una scuola pubblica, con i dipendenti pubblici ancora in forze. Era un’idea destinata a naufragare e infatti è naufragata in partenza».

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