Minori stranieri: a gennaio uno al giorno a Como. «Le famiglie pagano per mandarli qui dietro false promesse di un lavoro»

L’emergenza Sono già 27 quelli non accompagnati accolti in città nel mese di gennaio: «I trafficanti promettono alle famiglie una vita migliore per i figli». Poche le strutture

Sono 27 i minori stranieri non accompagnati arrivati sul territorio comasco e affidati al Comune di Como dal primo di gennaio al 25 del mese. Più di un minore al giorno, il segno di un fenomeno in crescita che ha portato già nel 2022 a registrare un totale di 549 minori non accompagnati tracciati dal Comune.

Sono dati sorprendenti che raccontano due fatiche parallele. La prima, e senza dubbio la più urgente e tragica, è quella di ragazzi minorenni che arrivano a Como soli, spesso con i segni sulla pelle di un viaggio tutt’altro che piacevole, riempiti di promesse di costruire una vita nuova, con migliori opportunità di lavoro,infrante contro la realtà.

E poi c’è la fatica di un territorio che arranca nel tentativo di trovare loro un luogo non solo dove stare, ma dove crescere e diventare parte della città.

Territorio in difficoltà

Ma se si considera che una comunità per minori non può ospitare più di dieci persone, con un operatore ogni cinque ragazzi, e se si considera la rarità di queste comunità sul nostro territorio, si fa presto a trarre delle conclusioni: al momento il Comune non è in grado di offrire una soluzione permanente ai minori stranieri non accompagnati. Si riesce a collocarli temporaneamente grazie ad alcune realtà del Terzo Settore, disposte a mettersi in gioco per arrivare là dove il Comune ancora non riesce. Dei 27 arrivati a Como fino all’altro ieri, 18 sono egiziani (seguiti da 3 afghani, 3 tunisini, 2 marocchini e un ragazzo originario della Costa d’Avorio). Anche questo numero aiuta a comporre un quadro della situazione che dall’estate scorsa a oggi si sta pian pian delineando a Como. I 45 minori non accompagnati ospitati nella parrocchia di Rebbio sono tutti egiziani, così come il 90% di quelli accolti dalla Fondazione Somaschi.

Le voci dalle associazioni

Il dato è difficile da interpretare perché gli elementi a disposizione sono pochi. «Ci basiamo sul racconto dei ragazzi - spiega Saverio Meroni della comunità Annunciata-Fondazione Somaschi, che gestisce tre strutture per minori in viale Varese - e da questi racconti apprendiamo non solo i dettagli dei viaggi traumatici affrontati per arrivare qui, ma anche i costi coperti dalle famiglie per renderli possibili: dai 5 ai 7mila euro».

L’ipotesi avanzata in questo momento da chi opera nelle strutture è che venga promesso ai minori e alle loro famiglie un mercato del lavoro più florido rispetto ai paesi d’origine, rappresentati per la maggior parte dall’Egitto. Mentre la Fondazione Somaschi dall’estate a oggi è riuscita a ospitarne solo 6 (5 di questi egiziani), il numero più cospicuo si concentra nella parrocchia di Rebbio, dove a inizio gennaio erano 45 (tutti di origine egiziana). Oltre a Rebbio solidale - associazione di volontariato legata alla parrocchia di don Giusto della Valle - e Fondazione Somaschi, tra le altre realtà che hanno messo a disposizione le proprie competenze e le proprie strutture per andare incontro all’emergenza che il Comune si trova a dover affrontare ci sono la cooperativa sociale Questa generazione e la cooperativa Aeris (sede a Vimercate). «Il Comune sta mettendo tutte le sue forze per trovare una soluzione a questo problema - spiega Nicoletta Roperto, vicesindaco e assessore alle Politiche sociali - Abbiamo pubblicato un bando per la co-progettazione di servizi di pronto intervento e assistenza ai minori stranieri non accompagnati: cinque realtà hanno risposto».

© RIPRODUZIONE RISERVATA