Moglie disabile, ma gli negano i permessi per starle vicino: infermiere porta l’Asst dal giudice e vince

La causa Il Tribunale dà torto al Sant’Anna: «I vertici dell’ospedale hanno negato un diritto». Sotto accusa l’incapacità dell’Azienda sanitaria a «ovviare alle sue difficoltà organizzative»

Il diritto del dipendente con la moglie disabile grave, ad usufruire del congedo straordinario dal lavoro, non può essere messo in discussione da niente, nemmeno da «esigenze organizzative» dettate dalla «carenza di personale» e dalla necessità di assicurare il godimento delle ferie estive ai dipendenti. Perché queste problematiche non sono imputabili al lavoratore, e ovviamente non è lui che deve farsene carico, bensì l’azienda che dovrebbe organizzare e gestire le turnazioni che non possono essere messe in difficoltà dall’assenza di un solo dipendente per le ragioni appena riportate.

Con queste motivazioni il Tribunale di Como, con al tavolo i giudici Valeria Costi, Maria Luisa Lo Gatto e Giorgio Previte, ha rigettato il reclamo che era stato presentato dall’Azienda Socio Sanitaria Territoriale Lariana (Asst Lariana) contro una ordinanza del giudice del lavoro Giovanni Luca Ortore datata 28 luglio 2022, decisione che aveva accolto il ricorso di un infermiere cui non era stato concesso il periodo di congedo straordinario richiesto dal 10 al 31 agosto per poter stare accanto ad un parente con una grave forma di disabilità. L’Asst Lariana si era opposta, non al congedo ma al periodo chiesto spostandolo a settembre perché in caso contrario l’ospedale si sarebbe trovato in «estrema difficoltà nell’espletamento delle ordinarie attività istituzionali del reparto», sottintendendo addirittura un «rischio di interruzione di pubblico servizio».

La doppia condanna

L’infermiere si era quindi rivolto al giudice del lavoro che gli aveva dato ragione, essendo presente - come previsto dalle normative - sia il motivo di grave invalidità per chiedere il congedo straordinario, sia il rispetto della tempistica prevista dalla legge (il dipendente aveva chiesto il congedo addirittura all’inizio di giugno). Dopo la bocciatura di fronte al giudice del lavoro, l’Asst Lariana ha chiamato in causa anche il Tribunale reclamando il precedente pronunciamento ottenendo tuttavia, di nuovo, il rigetto del reclamo che ha portato anche alla condanna al pagamento di 2.767 euro per le spese del giudizio.

Secondo i giudici le «problematiche di turnistica già fisiologiche nel mese di agosto non sarebbero state dimostrate in udienza» come non sono state dimostrate «le ragioni che avrebbero impedito ad Asst di far fronte alla sostituzione del dipendente e dunque a giustificare il richiesto deferimento dell’attuazione del congedo». Pesante la chiosa: «La parte reclamante ha finito con il dimostrare di non aver attuato tutto quanto nelle sue disponibilità per ovviare alla difficoltà organizzativa» nata da un diritto del proprio dipendente.

Sindacati soddisfatti

L’infermiere è stato assistito dagli avvocati Luca Guaglione, Gianmaria Monico e Fabrizio Botta. Soddisfazione per l’esito della vicenda anche nelle parole di Nunzio Praticò, segretario generale della Cisl Funzione Pubblica dei Laghi: «La questione è nota – dice – È evidente che nessun dipendente vorrebbe avere problematiche di questo tipo, ma è altrettanto evidente, nel caso di cui parliamo, che quel congedo straordinario era un diritto chiederlo nei tempi consentiti dalla legge, cosa che è puntualmente avvenuta».

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