Mortale sul lago: «Guidava il taxi boat positivo alla droga»

L’inchiesta L’incidente costato la vita a una turista. Il comasco sotto accusa per omicidio nautico aggravato. Ma i legali: «Non aveva assunto sostanze stupefacenti»

Como

Rischia di aggravarsi la posizione del 45enne comasco che, tre settimane fa, si trovava ai comandi del taxi boat che ha speronato la barca di un gruppo di turiste olandesi, causando la morte di una di loro. I primi accertamenti medici avrebbero infatti riscontrato una positività dell’uomo alle sostanze stupefacenti. Ma i suoi legali assicurano: «Quel giorno non aveva assunto alcun tipo di droga».

L’inchiesta

In attesa del lavoro degli esperti, incaricati di ricostruire la dinamica dell’incidente per comprendere le responsabilità, il primo dato emerso nel corso dell’inchiesta - affidata dal Reparto Aeronavale della Guardia di finanza - è la presenza di sostanze stupefacenti nel sangue dell’uomo che si trovava ai comandi del motoscafo protagonista dell’incidente.

Non è chiaro con esattezza che tipo di droghe e, soprattutto, il livello del tasso riscontrato nel sangue, ma quel che è certo è che a fronte di quel dato i finanzieri - su mandato della Procura, l’indagine è affidata al pubblico ministero Alessandra Bellù - hanno effettuato una perquisizione a Ponte Lambro, a casa del quarantacinquenne. Perquisizione che ha dato esito positivo: a causa sua, infatti, le Fiamme gialle hanno trovato un grammo di marijuana e quasi un etto di una sorta di the esotico che, secondo l’accusa, rientra nelle tabelle delle sostanze proibite.

L’uomo è indagato con l’accusa di omicidio nautico aggravato. L’incidente, lo ricorderete, risale a domenica 12 luglio scorso nelle vicinanze di villa Geno. Il taxi boat condotto dall’uomo - la società proprietaria del mezzo, Il Medeghino, ha nel frattempo provveduto a licenziare il dipendente - mentre procedeva parallelo alla costa in direzione Blevio, ha speronato la barca a nolo sulla quale viaggiavano alcune amiche. Tra loro anche Janique De Lannoy, turista olandese di 32 anni, morta dissanguata a causa della ferita a un’arteria causata dall’elica del motoscafo.

Le immagini del motoscafo urtato dal taxi boat, evidenziano non solo il punto d’impatto ma anche la rottura del vetro dove si trova il timone, come se il motoscafo che ha causato l’urto si sia “appoggiato” sul fianco sinistro dell’imbarcazione andando a colpire anche il vetro che si trova al centro della stessa.

La difesa

«Conosciamo il nostro assistito da vent’anni, e se assicura di non aver assunto sostanze stupefacenti né quel giorno né quello precedente, noi gli crediamo» commenta l’avvocato Roberto Colombo, che con la collega Lucia Nulli assiste il 45enne comasco ai comandi del taxi boat. «Se c’è traccia di sostanze nel sangue - prosegue il legale - dobbiamo capire di cosa esattamente parliamo e se davvero questo ha influenzato la sua capacità di condurre il motoscafo».

Sul sequestro di stupefacenti durante la perquisizione domiciliari, ancora l’avvocato Colombo dice: «A parte il grammo di fumo, i finanzieri hanno sequestrato il composto per una bevanda energetica che si compra regolarmente sul web, un infuso di cui lui stesso ha mostrato la confezione. Se è inserito nella lista delle sostanze vietate, di certo lui non sapeva che potesse essere uno stupefacente».

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