Morto a 17 anni in ospedale: «Giocava felice, poi la morte. Il papà vuole la verità»

La tragedia Il ragazzino con spettro autistico deceduto al Sant’Anna. Il legale: «I medici lo hanno informato molte ore dopo». Eseguita l’autopsia

Como

«Solo pochi giorni prima saltava sui giochi delle giostre. Poi la morte. Ora suo papà è disperato. Vuole capire cosa sia accaduto al figlio, cosa gli sia successo, il perché di una tragedia così, nel giro di pochi giorni, senza motivo».

L’avvocato Cristina Morrone è la legale che sta assistendo Qamil Mehmetaj, il padre di Emil, 17 anni, ragazzo di spettro autistico deceduto sabato mattina in Rianimazione al Sant’Anna dopo essere entrato in coma quattro giorni prima, forse – sospetta la famiglia – in seguito ad un farmaco non tollerato. Ma su questo punto l’inchiesta è in corso.

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La tragedia

Il giovane era entrato in ospedale in buona salute. Il padre era in cerca di un posto in cui ospitarlo e farlo seguire, per questo ad ottobre aveva inscenato una protesta in Comune a Cantù. Un urlo di dolore, per chiedere aiuto, una spalla su cui appoggiarsi dopo essere rimasto vedovo. In attesa di una collocazione ottimale, Emil aveva trovato un letto in Psichiatria ed era qui che era ricoverato quando, martedì scorso, la situazione è precipitata senza un apparente motivo. Tanto che pure la Procura di Como, con un atto a firma del pm Michele Pecoraro, dopo aver ricevuto la segnalazione dell’accaduto e l’esposto dalla famiglia, ha voluto vederci chiaro, chiedendo al medico anatomopatologo di effettuare l’autopsia per dare risposta all’unica domanda che conta: perché Emil è morto?

L’esame è stato eseguito nel pomeriggio di mercoledì e anche il padre ha nominato un proprio consulente. Non sono arrivate risposte, al momento, ma sono stati prelevati campioni che sono ora al vaglio. La relazione dovrebbe essere depositata entro sessanta giorni. Intanto si attende la firma del nulla osta per le esequie.

«Il funerale non sarà qui in Italia – dice l’avvocato – Il papà di Emil vuole portarlo in Albania, per seppellirlo accanto alla mamma, in modo che stia sempre con lei». Il padre non ha lasciato solo il proprio ragazzo, nemmeno nei giorni che hanno preceduto il dramma: «Gli stava vicino in ospedale, dormiva lì... Poi alla mattina andava al lavoro, attendendo di poter trovare finalmente una struttura che potesse ospitare il figlio». Ed anche la mattina del dramma, quando il figlio è stato male entrando in coma, Qamil aveva passato la notte con Emil. «Il mio assistito lamenta di essere stato chiamato tardi dall’ospedale – dice l’avvocato – Il malore secondo quanto ci risulta è delle 11 della mattina, ma la telefonata l’ha ricevuto dopo le 15».

La ricerca della verità

Ma più di ogni altra cosa il padre vuole ora capire cosa sia accaduto al figlio. Per questo ha intrapreso questa battaglia chiedendo l’intervento della Procura. «L’ho incontrato mercoledì mattina – conclude l’avvocato – Era disperato. Vuole solo capire cosa sia successo. Non vuole a tutti i costi un colpevole, vuole però che gli venga spiegato cosa possa essere accaduto ad Emil in così poco tempo, dopo che solo pochi giorni prima saltava senza problema alle giostre e dopo essere entrato in ospedale senza problemi».

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