Muore al nono mese, la bimba si salva. Donati gli organi

La storia Deborah aveva 29 anni quando un’emorragia cerebrale la strappò alla sua famiglia. Il marito: «Lei c’era sempre per tutti»

Deborah De Marco aveva solo 29 anni, mancavano pochi giorni alla nascita della sua bimba, ma un destino crudele l’ha strappata alla vita senza vederla venire alla luce. Un dolore inconsolabile per la sua famiglia che però ha permesso alla giovane donna di compiere un ultimo grande gesto di solidarietà: donare gli organi per salvare delle vite. Una scelta difficile, quella del marito, Luigi Giusa, e dei genitori di Deborah, fatta nel momento peggiore, ma nella consapevolezza che la 29enne, strappata alla vita troppo presto a causa di un’emorragia cerebrale, avrebbe voluto così.

Ripercorrere quei terribili giorni non è facile, ma Luigi, in occasione della Giornata nazionale per la donazione di organi e tessuti, ha pensato fosse giusto farlo, per sensibilizzare le persone su una scelta che può cambiare il destino degli altri e ricordando l’importanza di esprimere la propria volontà in vita, per non delegare la scelta, generosa ma non semplice, ai famigliari in un momento di dolore.

Quell’ultimo giorno

La vicenda risale alla fine di ottobre 2023, era una mattina come le altre e Luigi, già padre della piccola Greta, era uscito dalla casa di Ponte Chiasso per andare al lavoro, mentre la moglie, a casa in maternità perché prossima al parto, era rimasta a letto. Alle 11 uno scambio di messaggi, poi il silenzio. «Ho provato a chiamarla – racconta – ma non mi rispondeva così ho iniziato a preoccuparmi e sono corso a casa. L’ho trovata priva di sensi. Poco dopo è arrivato il 118 con automedica e ambulanza e i vigili del fuoco, tutti si sono adoperati per portarla il prima possibile in ospedale».

La donna viene trasportata d’urgenza al Sant’Anna dove l’equipe sanitaria era già pronta per prendersi cura di lei e della bambina. «Mi sembrava una situazione surreale – aggiunge – mia moglie era gravissima e i medici mi hanno detto che dovevano far nascere la bambina perché era in pericolo». La piccola Isabel è venuta al mondo, in salute, ed è stata presa in carico dal personale della Tin. «Sono convinto che mia moglie abbia fatto di tutto per proteggere la bambina – dice ancora Luigi – ma lei non ha potuto vederla nemmeno per un istante».

Le condizioni della donna, nonostante tutti i tentativi di salvarla, sono peggiorate. Luigi, non lo nasconde nel ripercorrere quelle terribili ore, solo un anno prima, nella stanza vicino a quella dove era ricoverata la moglie, aveva perso la mamma, per una problematica simile. E’ arrivato poi il momento della consapevolezza, la conferma che la donna non sarebbe sopravvissuta e allo stesso tempo la possibilità di un importante gesto di solidarietà.

Il coraggio di decidere

In famiglia non si era mai parlato di questa scelta, anche perché a 29 anni non pensi possa succederti qualcosa di così terribile. «Ci siamo ritrovati noi a decidere e non è stato di certo un momento facile – prosegue - anche perché eravamo spaesati, il dolore era enorme, i suoi genitori stavano perdendo una figlia, ma mia moglie era una donna buona, altruista, proprio come lo sono i suoi genitori e suo fratello. Tutti c’erano per lei, perché lei c’era per tutti e così la scelta è stata per la donazione, perché lei avrebbe voluto aiutare il prossimo». Cinque dei suoi organi hanno permesso ad altrettante persone di avere una nuova possibilità di vita. La giovane mamma, moglie, figlia e amica, vive nel ricordo di tutti quelli che le vogliono bene. «Manca ogni giorno con le bambine stiamo cercando di costruire un nuovo equilibrio ma non è semplice. Deborah sarà sempre nei nostri pensieri».

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