Neonata muore 50 minuti dopo il parto. La Procura apre un’inchiesta

Valduce La bimba nata viva. Poi la telefonata dei medici al papà: «C’è stata una complicazione». La denuncia dei genitori: termine scaduto una settimana prima, ma in sette giorni nessuna visita

Neppure un’ora di vita. La piccola Arwa è morta soltanto 50 minuti dopo la nascita, all’interno del reparto maternità dell’ospedale Valduce. Senza che, durante l’intera gravidanza, sia mai stata segnalata una mezza complicazione. Anche per questo la Procura di Como ha aperto un fascicolo d’inchiesta sulla morte improvvisa e - all’apparenza - inspiegabile della bimba. E ieri ha affidato al medico legale Giovanni Scola l’incarico di effettuare l’autopsia e di chiarire se siamo di fronte a una tragedia inevitabile, oppure se sono riscontrabili omissioni o colpe professionali.

L’autopsia

È al momento a carico di ignoti il fascicolo aperto dal pubblico ministero di turno in Procura, Giuseppe Rose, con l’ipotesi di reato di omicidio colposo. Una vicenda dolorosa sulla quale i genitori hanno chiesto alla magistratura di avviare un approfondimento, perché - a loro dire - la tragedia è totalmente inspiegabile.

Protagonisti loro malgrado di questa dolorosa storia sono due coniugi di origini algerine, ma residenti da anni a Como. Già genitori di un bambino piccolo, partorito senza alcun tipo di problema pochi anni fa, i due aspettavano la secondogenita il cui termine dei nove mesi era stato fissato dal ginecologo per il 12 ottobre. Puntualmente la mamma si è presentata alla visita presso il Valduce, durante la quale i medici hanno accertato buone condizioni di salute sia della donna che della nascitura, anche se a loro giudizio si sarebbe dovuto attendere per il parto, perché la piccola non era ancora pronta per venire alla luce.

L’appuntamento - e questa è una delle contestazioni mosse dai genitori ai sanitari che avevano in cura la donna - è stato aggiornata alla settimana successiva, senza alcun controllo nei giorni successivi.

La denuncia e la difesa

Quando la futura mamma di Arwa si è ripresentata in ospedale, il 19 ottobre scorso, durante la visita i medici hanno deciso di mandare la donna immediatamente in sala parto. A mezzogiorno di giovedì scorso la donna partorisce la sua secondogenita. Cinquanta minuti dopo il papà viene informato dai sanitari dell’ospedale: «Ci spiace, la bimba è morta. Ci sono state delle complicazioni».

Il padre, disperato, si è così rivolto all’avvocato comasco Massimo Di Marco per sottoporre il caso e per chiedere di poter sapere cosa sia accaduto. E sottolineando come la moglie, per tutta la durata della gravidanza, non abbia mai avuto alcun tipo di problematica e complicazione.

Da qui la decisione di presentare un esposto d’urgenza alla Procura, nella quale si domanda alla Procura di accertare l’esistenza di eventuali responsabilità.

«Siamo tristi e dispiaciuti, restiamo vicini alla famiglia - è il commento del direttore sanitario del Valduce Riccardo Bertoletti - difficile ricordare un dramma simile. La donna è arrivata in pronto soccorso con una gravidanza già a termine ed una evidente sofferenza fetale. Ci siamo precipitati cominciando già all’ingresso le procedure per effettuare un cesareo urgente. Nonostante la corsa purtroppo la neonata non c’è l’ha fatta. Non sono servite nemmeno le successive manovre di rianimazione». Il Valduce è sicuro di avere fatto tutto il possibile. Le ultime stime dell’Istituto superiore della sanità, effettuate anche in Lombardia, stimano quattro neonati morti durante il parto ogni mille nati vivi. «Sì, la mortalità perinatali è per fortuna oggi molto rara - dice ancora Bertoletti - ma purtroppo un margine pur limitato di pericolo esiste».

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