Niente centro unico per prenotare le visite. La Regione: sarà pronto solo fra tre anni

Esami e visite Annunciato da un decennio, il Cup con le agende delle varie strutture non decolla. Bertolaso: dal 2026. Intanto trovare un posto libero per alcune prestazioni resta un’impresa

Prenotare un esame medico? Resterà un’impresa impossibile, soprattutto per i pazienti comaschi. Dalla Regione Lombardia, infatti, arriva l’ennesima doccia fredda sulle promesse di agevolare i cittadini sul fronte della salute: l’assessore al Welfare ha annunciato che la tanto proclamata piattaforma unica con le agente aperte di tutti gli ospedali, per prenotare facilmente una visita con tempi d’attesa accettabili, non partirà prima di tre anni. E che nella prima tranche non sarà compresa alcuna struttura comasca.

Riuscire a prenotare visite specialistiche e esami diagnostici è uno dei talloni d’Achille del nostro sistema sanitario. Da anni si parla di una nuova piattaforma valida per tutti gli ospedali, con le agende aperte e condivise, ma i vari presidi continuano a gestire da soli buona parte delle disponibilità. Il call center regionale può consultare solo una parte dei calendari. Anche dal fascicolo sanitario i cittadini non possono consultare tutti gli appuntamenti. E i centri privati spesso non figurano.

Promesse disattese

A primavera l’assessore Guido Bertolaso aveva annunciato che il nuovo sistema di prenotazione sarebbe stato pronto a partire dal 2024. Non sarà così. Nell’ultima seduta del consiglio regionale ha spiegato che il passaggio sarà graduale. Dall’anno prossimo verranno coinvolti solo otto ospedali pubblici. Nessuno di questi si trova nel Comasco e nemmeno a Lecco, Varese, Sondrio o Milano. Nel 2025 faranno coinfluire le loro agende altri 12 ospedali e così pure - se tutto va bene - nel 2026. Non ci sono ancora tempi certi per i centri privati. La Regione sta trattando perché, ha detto Bertolaso, «non sono proprio entusiasti di aderire a questo sistema che ci darà la possibilità di vedere tutto quello che succede all’interno delle strutture».

Già l’ex assessore Letizia Moratti prometteva un nuovo metodo di prenotazione, tutti annunci che però sono ormai stati superati dal tempo. Di centro unico di prenotazione si parla da anni. Più volte il Pirellone ha promesso che avrebbe convinto le strutture private ad adeguarsi. In Lombardia il peso della sanità privata e convenzionata è diventato preponderante. La Regione ha aperto un bando per costruire il nuovo sistema unico di prenotazione con un costo complessivo pari a circa 61 milioni di euro.

Minoranze all’attacco

Immediate le critiche delle minoranze. «È un ritardo inaccettabile, considerato che questa Regione attende l’agenda unica da almeno dieci anni - ha detto Pierfrancesco Majorino, capogruppo Pd - stiamo spendendo cifre enormi, senza contare le risorse già destinate in passato che sono andate del tutto perse. Quanto ai privati vogliono gestire le prenotazioni da soli per potersi garantire l’erogazione delle prestazioni più remunerative a scapito delle altre, ma ai lombardi servono tutte le prestazioni».

E così ancora per parecchi mesi i cittadini comaschi dovranno penare per riuscire a prenotare esami e visite. Per risonanze, gastroscopie, consulti di dermatologia o di oculistica è davvero complicato, l’attesa è lunghissima perché mancano prestazioni e specialisti. I pazienti cronici si rivolgono direttamente ai reparti interni agli ospedali dove sono seguiti. Gli altri passano ore alla cornetta oppure decidono di pagare per saltare la coda.

© RIPRODUZIONE RISERVATA