Non ci sono posti negli ospedali
Pazienti da Como verso Bergamo

Areu: «L’epicentro ormai si è spostato» - Il direttore del Sant’Anna: «Gli allarmismi non aiutano, bisogna fare rete»

Le ambulanze aspettano fuori dagli ospedali comaschi anche otto ore con i malati a bordo, non c’è più posto, i pazienti vengono trasportati a Bergamo e a Brescia. Le strutture ospedaliere della città e della provincia sono al completo, i presidi sanitari di riferimento versano in forte difficoltà. Succede al Sant’Anna, al Valduce come al Fatebenefratelli di Erba. Nell’ultima nottata la centrale operativa di soccorso per Como, Lecco e Varese ha fatto uscire circa 400 ambulanze, cento ancora attive ieri pomeriggio, di cui un quinto dirette poi verso la Bergamasca. Nove volte su dieci per casi Covid o sospetti Covid. L’impressione dei sanitari è di essere finiti al centro della seconda ondata. In primavera i nostri ospedali aiutavano quelli della bergamasca accogliendo pazienti. Ora siamo noi uniti all’area metropolitana milanese a chiedere aiuto agli altri territori.

«Stiamo calcolando i quantitativi esatti però sì, dagli ospedali di Como ci sono flussi verso Bergamo e Brescia – conferma Claudio Mare per Areu, l’azienda regionale emergenza unica – gli interventi oggi per Covid o sospetti Covid sono molto superiori rispetto a marzo e aprile. Non solo a Como, ma anche a Varese, ancor più a Milano e Monza. Mentre i soccorsi sono meno pressanti nelle aree già duramente colpite in primavera, quindi Bergamo, Brescia e Lodi. L’epicentro della pandemia si è spostato».

Alcuni pazienti diretti al Valduce sono finiti verso sondrio, altri dal Sant’Anna e dal Fatebenefratelli sono stati dirottati sul lecchese. Le ambulanze altrimenti finiscono per fare da camera d’isolamento per i pazienti fuori dal pronto soccorso, con i volontari costretti a restare l’intera giornata a bordo prestando le cure essenziali. «Abbiamo messo a disposizione due ambulanze in più in città e a Lipomo – spiega Paolo Russo, commissario della Croce Rossa di Como – in funzione giorno e notte. Dobbiamo cercare di tenere duro». «Capita di stare fermi fuori dall’ospedale un giorno intero - dice Nunziata Giusa, presidente della Croce Verde – a Como come a Cantù, al Valduce come a Erba. Dobbiamo inviare la squadra successiva con la macchina privata per fare il cambio del turno e rimandare a casa gli equipaggi. È pesante, non so quanto i volontari reggeranno».

Il maggior peso della seconda ondata sul nostro territorio è retto dal Sant’Anna, l’ospedale hub Covid. «La situazione è difficile – commenta Fabio Banfi, direttore generale dell’Asst Lariana - ma certamente non abbiamo bisogno di allarmismi e drammatizzazioni eccessive che non fanno altro che demotivare e alimentare conflitti e ingovernabilità. Serve equilibrio e serve che ognuno faccia la propria parte, a tutti i livelli».

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