Non solo Pane e tulipani
Davanti al giudice
ci saranno 56 imputati

Como: il 24 giugno maxi udienza preliminare. L’inchiesta riguarda una miriade di fallimenti e dissesti di una serie di cooperative, oltre a false fatturazioni

L’udienza preliminare di cui abbiamo dato conto sul giornale di ieri, che avrà all’ordine del giorno anche la vicenda che era ruotata attorno al dissesto dell’ex noto ristorante del centro “Pane e Tulipani” (in via Lambertenghi), è solo una parte (piccola) di una maxi inchiesta che per il 24 giugno di quest’anno porterà in aula – davanti al giudice Walter Lietti – ben 56 imputati.

L’aula più grande

Numeri impressionanti, che hanno costretto il Tribunale, nonostante si tratti di una udienza preliminare, a “prenotare” l’aula più grande del palazzo di giustizia comasco, quella della Corte d’Assise posta al piano terra e dove troveranno posto tutti gli imputati e i rispettivi avvocati. L’inchiesta che approda davanti al gup, fa parte di una enorme indagine compiuta dalla guarda di finanza attorno alle cooperative del territorio, inchiesta che era stata gestita dal pubblico ministero – oggi a Milano – Pasquale Addesso. Nel mirino, oltre al “Pane e tulipani” e alle vicende ad esso collegate (che avevano travolto il fiscalista comasco Bruno De Benedetto, coinvolgendo tra gli altri anche l’avvocato Andrea Auletta e l’ex calciatore Davide Caremi), erano finiti anche una miriade di fallimenti e di dissesti di una serie di cooperative.

Tra le parti offese che erano state individuate dalla procura, infatti, oltre all’Agenzia delle Entrate, erano state individuate anche le masse creditorie del Consorzio Assicoop, del già citato “Pane e tulipani”, della Geco Società Cooperativa, della Lavoro pulizia e facchinaggio sc, della Como Service sc, della Sistemi società cooperativa, della Royal Gestioni srl, dell’Ariston società cooperativa, della Sirio sc, della Arbo, della Soges sc e per finire della Lavoro ed utilità.

Basti dire, per individuare l’ampiezza delle contestazioni che vengono mosse, che la sola richiesta di rinvio a giudizio è di poco meno di 90 pagine e che i capi di imputazione messi nero su bianco dalla procura sono 121.

Le contestazioni mosse agli oltre 50 imputati, a vario titolo, descrivono un presunto giro di cooperative che venivano strategicamente fatte fallire oppure spinte verso il dissesto, rendendo difficile la ricostruzione della documentazione contabile. Società svuotate a beneficio di altre che poi proseguivano nel “gioco” messo sotto la lente dal pm e dalle fiamme gialle. Le indagini erano state portate avanti dalla guardia di finanza di Olgiate Comasco, da quella di Como e anche dalla squadra Mobile di Milano.

La ricostruzione

Secondo quella che è stata la ricostruzione dell’accusa, che ora verrà discussa e contestata in aula dalle difese, le società erano preordinatamente destinate al fallimento dopo essere state svuotate per essere sostituite da consorzi e cooperative che avevano medesime finalità e finivano con il sovrapporsi in tutto e per tutto alla società uscente. In un giro di “nascite” di nuove cooperative e di sparizioni di vecchie in cui non sarebbero mancati prestanomi e le immancabili false fatture.

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