Nuove licenze taxi: il Comune di Como non ce la fa e incarica un esterno

Palazzo Cernezzi Tempo 45 giorni per fare i documenti. Ma intanto l’Autorità dei trasporti boccia il regolamento. Troppo generico, il testo della giunta va modificato

Per ottenere più licenze taxi il Comune si affida a degli esperti brianzoli. E intanto l’Autorità dei trasporti boccia il regolamento della giunta.

Palazzo Cernezzi ha affidato per 36mila euro alla società Meta di Monza il compiuto di redigere un piano per acquisire nuove licenze taxi e Ncc. Gli esperti hanno tempo 45 giorni. Ecco le motivazioni. «Il numero di licenze appare sotto dimensionato, come risultante dai recenti fatti di cronaca, stante anche la sensibile modifica della domanda negli ultimi anni e della spiccata vocazione turistica di Como. L’arco temporale però è molto ampio. Le procedure necessarie risultano particolarmente complesse e caratterizzate da una disciplina di settore frammentata, tale da richiedere un elevato livello di specializzazione». Il Comune da solo non ce la fa. «Serve predisporre tutta la documentazione necessaria al fine di ottenere tutte le licenze che risulti possibile ottenere». Il nodo taxi, dibattuto in campagna elettorale, sembrava di facile risoluzione. Le licenze attive sono solo 45. Ma a settembre dell’anno scorso l’assessore al Commercio Michele Cappelletti stimava tre anni di tempo per ottenere nuovi taxi.

Il regolamento bocciato

Per migliorare il servizio a luglio la giunta ha approvato un regolamento che però ad agosto è stato rispedito indietro dall’Autorità di regolazione dei trasporti con diverse osservazioni. Serviranno modifiche prima della discussione in consiglio comunale.

«Nel nuovo schema di regolamento non sono presenti indicazioni circa la determinazione del contingente – si legge nel documento pubblicato dall’autorità – non è prevista una metodologia per il calcolo del fabbisogno, semplificata per i Comuni di piccole dimensioni. Né indicatori minimi come la presenza di poli produttivi e flussi turistici o fattori per comprendere le necessità».

Bisogna quantificare il numero delle nuove licenze richieste. «Ferme restando le necessarie analisi per individuare l’adeguato contingente di licenze taxi – recita il parere - si richiamano alcune misure di flessibilità. Ad esempio, l’assenza nel regolamento della disciplina della modalità sharing, che potrebbe costituire un’ulteriore leva per rispondere ad incrementi eccezionali della domanda, legati ad eventi concentrati in determinati periodi o all’andamento stagionale dei flussi turistici». Un taxi sharing, anche sperimentale, con costi ridotti.

L’accordo con altri Comuni

Occorre poi promuovere con altri Comuni vicini iniziative di aggregazione. È noto come spesso i taxi sulle strade della città rifiutino di dare passaggi per Brunate o per Faggeto.

Serve inoltre un monitoraggio sui tempi d’attesa. Per avere i dati si suggerisce al Comune di predisporre «un obbligo di trasmissione da parte dei tassisti con sanzioni in caso di non ottemperanza». I tassametri devono mantenere in memoria le informazioni. «È necessario assicurare idonee forme di controllo sistematico circa l’effettivo svolgimento del servizio nei turni dichiarati». Insomma sono diverse le modifiche vincolanti proposte dall’autorità regolatrice.

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