Cronaca / Como città
Mercoledì 17 Dicembre 2025
Nuovo pronto soccorso, il Valduce abbandona il progetto
Sanità Servono almeno una decina di milioni di euro e la proprietà ha deciso di non investirli. Il reparto di emergenza urgenza è tra quelli in perdita. Bertoletti: «L’alternativa è chiudere»
Como
Niente nuovo Pronto soccorso al Valduce. Il progetto per costruire una nuova palazzina capace di accogliere un più spazioso e moderno reparto di emergenza urgenza pare ormai archiviato. Dall’ospedale, dove alla direzione è atteso un passaggio di consegne, tutti danno l’idea ormai tramontata.
Meno casi
La proposta, sostenuta dall’ormai uscente ex procuratrice speciale Mariella Enoc il cui mandato scade a Natale, si è arenata anzitutto per un nodo economico. Per avviare i cantieri servono almeno una decina di milioni di euro di investimento. Inoltre per il Valduce il Pronto soccorso è uno dei principali servizi in perdita, costa parecchie centinaia di migliaia di euro l’anno. Certo, nell’area medica la grande maggioranza dei pazienti arriva dal Pronto soccorso, ma tra gli scarsi rimborsi del sistema sanitario e la carenza di personale con diversi infermieri ancora a gettone, si tratta di un’operazione non certo conveniente. Occorre poi contare che al Valduce mancano diverse specialità. Non è un presidio come il Sant’Anna dove vengono trasportati i pazienti colpiti da ictus e trattati i grandi traumi. Non ci sono ortopedici, da ormai tre anni non c’è più il pronto soccorso pediatrico. Dunque il Valduce macina un minor numero di casi. Oggi il Pronto soccorso cittadino all’anno registra circa 24mila accessi, contro i circa 40mila del Sant’Anna. «La nostra primaria dl reparto di emergenza urgenza, Anna Natalizi, negli ultimi tre anni ha comunque migliorato il Pronto soccorso – spiega Riccardo Bertoletti, il direttore sanitario – perché è riuscita a governare alcuni problemi gestionali ed è riuscita a trattenere risorse professionali. Poi è vero, gli spazi sono molto stretti, più volte Areu ha sottolineato queste mancanze. Al netto della costruzione di un nuovo edificio, ormai complicata, l’alternativa però è chiudere. Avevamo chiesto al Comune di poter usare tutti i parcheggi lato strada a striscia blu, ma il permesso ci è sempre stato negato». L’accesso al Pronto soccorso da via Santo Garovaglio è scomodo, dentro ai cancelli ci stanno a fatica massimo due ambulanze.
Non esiste una camera calda. I soccorritori, raccontano, devono mettere la retromarcia per scaricare i pazienti, le barelle hanno poco agio e bisogna spingerle in salita. Quando c’è la fila gli altri mezzi di soccorso devono aspettare per strada, anche all’angolo con via Martino Anzi. I mezzi della Croce Azzurra, non bastasse, sono poco più alti rispetto alla rimessa. All’interno spazi e locali sono ridotti, non rispondono a criteri di modernità.
L’iter
Il progetto per costruire la nuova palazzina per il Pronto soccorso, annunciato nel 2023, ha superato sopralluoghi, accordi, permessi. Anche grazie all’ok già votato dalla giunta comunale nel 2021 che accordava al Valduce un analogo progetto, a cui poi non è mai stato dato seguito. All’epoca l’ospedale voleva realizzare un nuovo edificio per organizzare meglio Cup e servizi. E’ vero che da Covid in poi il Valduce ha riammodernato i cinque piani interni, con tanto di nuove sale operatorie. Il Pronto soccorso è però fisicamente rimasto quello riorganizzato nel 2014, con l’acquisizione di nuovi spazi. Spazi che attorno al Valduce non mancherebbero, sono diversi gli edifici non utilizzati e da decenni dismessi di proprietà dell’ospedale, in particolare verso via Maurizio Monti.
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