Occhio alle “amiche” sui social
Ennesima truffa: 40mila euro

Una fantomatica francesina al centro di un caso finito in tribunale - Sarebbe riuscita a incassare denaro in cambio della promessa di un incontro che non si è mai tenuto

Como

Più facile, di questi tempi, acchiappare brigatisti a Parigi che truffatori online, sia pure anche loro francesi.

Dice qualcosa, in questo senso, il caso di cui si è discusso ieri mattina in tribunale davanti al gip Carlo Cecchetti, nel corso di una udienza convocata per valutare un’istanza di opposizione a una richiesta di archiviazione formulata dalla procura.

La storia è quella di un quarantenne residente nel Comasco abbindolato via social da una sedicente “francesina” tutta paroline dolci e mirabolanti prospettive la quale - nei primi mesi dello scorso anno, in era ante Covid - seppe estorcergli a suon di ammiccamenti e promesse circa 40mila euro, salvo poi, ovviamente, scomparire nel nulla.

Dopo qualche mese di indagini la Procura aveva optato per un’archiviazione, sostenendo che non fossero emersi elementi utili alla prosecuzione dell’inchiesta. Ieri, invece, il Gip ha accolto l’istanza formulata dalla vittima del raggiro, i cui avvocati invocavano quantomeno un interessamento della polizia postale, alla quale delegare l’indagine: non che ci siano speranze concrete di recuperare il maltolto e però il singolo caso comasco potrebbe, perché no, confluire in una delle tante inchieste che si presumono aperte a livello nazionale su questa tipologia di truffa, ormai diffusissima in tutto il Paese.

Il canovaccio, del resto, è più o meno sempre lo stesso: una sfilza di lusinghe, un finto interessamento per i contenuti postati sul proprio profilo dalla vittima di turno, una sorta di svenevole stupore per il suo aspetto, il tutto combinato all’uso sapiente di immagini che lasciano poco spazio all’immaginazione, e però senza mai trascendere, ché l’obiettivo rimane quello di veicolare profilo e credibilità della brava ragazza.

Ed è poi breve il passo dalle chiacchiere all’eventualità concreta di un appuntamento, per il quale però, “ca va sans dire”, servono soldi.

Qui, come detto, si è trattato di circa 40mila euro che - al ritmo di mille, 2mila alla volta - hanno preso le vie del mondo o in forma di bonifico (verso conti correnti bancari belgi e lituani) o in forma di “dazioni” tramite una di quelle agenzie che si occupano di spedir quattrini ai quattro angoli del pianeta, nel caso in questione verso Mali e Costa d’Avorio.

Sono le destinazioni ad alimentare il sospetto che dietro l’adorabile francesina ci sia una organizzazione ben strutturata e altrettanto efficiente.

Si vedrà se le nuove indagini porteranno a qualcosa.

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