Offerte di lavoro, il test del La Provincia. Nemmeno rispondono a chi ha più di 40 anni

In centro Abbiamo portato il curriculum in bar e negozi. A vent’anni buone chance, meno a 35 anni con un figlio. «Contratto full time? Stipendio poco sopra i mille euro»

I negozi, i bar e i ristoranti in centro a Como hanno ormai un minimo comun denominatore: un cartello di ricerca di personale esposto in vetrina. È così da mesi e, come si è più volte scritto su queste pagine, nulla sembra smuovere la situazione, rimasta invariata al punto da far pensare che nessuno a Como sia interessato a lavorare. Ma non è così: chi cerca lavoro c’è eccome, non sempre però rispecchia le richieste dei negozianti.

Per raccontarlo siamo andati a cercare lavoro proprio per le strade di Como insieme a tre persone interessate a trovarlo e pronte a mettersi in gioco. Si tratta di tre donne con profili ed età diversi. Erica, una studentessa di 20 anni, Maria, di 35 anni, mamma di un bimbo di 8 e con una quindicina d’anni di esperienza, e Laura, disoccupata di 44 anni, da sempre abituata a lavorare nei negozi come commessa. Con Erica non è stato difficile cercare lavoro: già al momento della consegna del curriculum i responsabili dei sei negozi, gelaterie e bar scelti si interessano del suo profilo e cercano di capire meglio che cosa stia cercando e che tipo di lavoro sia disposta a svolgere.

Tra proposte e rifiuti

Qualcuno le chiede se conosce l’inglese, qualcun altro se studia e quanto la impegna lo studio, e ancora se è automunita e disposta a lavorare anche in altri negozi della stessa catena sempre sul territorio provinciale, con la specifica che il contratto è di massimo 20/24 ore e la disponibilità nei weekend è fondamentale. Altri ancora infine, le domandano se abbia già esperienza. Ma Erica, a 20 anni, è alla ricerca del primo lavoro e di esperienza non ne ha alcuna. Diversa invece la situazione per Maria che ha lavorato per diversi anni come cassiera sia in un negozio di abbigliamento che nell’ambito della ristorazione. Nel suo curriculum è tutto scritto molto chiaramente, ma le domande dei gestori sono mirate su altro: ha modo di gestire suo figlio pur lavorando? Lei risponde che sì, non c’è problema, lo ha fatto in passato ed è disposta a far conciliare il lavoro con l’impegno nei confronti del figlio.

«Contratti full time pagati poco più di mille euro al mese, con orari che superano il monte ore accordato: so che quest’ultimo è un fattore molto comune e pur di lavorare accetterei volentieri queste condizioni... ma non per mille euro»

Mentre ci spostiamo tra un negozio e l’altro, Maria mi racconta di aver già lasciato il suo curriculum nella maggior parte dei negozi dove è affisso il cartello per la ricerca di personale. «Ho ottenuto due tipi di risposta - spiega - il silenzio oppure offerte di lavoro che avrei accettato sette anni fa ma che per una donna adulta e madre non funzionano più. Contratti full time pagati poco più di mille euro al mese, con orari che superano spesso e volentieri il monte ore accordato: so che quest’ultimo è un fattore molto comune in questo ambito e pur di lavorare accetterei volentieri queste condizioni... ma non per mille euro. Non posso pensare di perdermi tanta parte della vita di mio figlio per uno stipendio così basso. Oggi speriamo vada meglio».

Accoglienza fredda

Rispetto a quanto riscontrato accompagnando Erica a distribuire curricula, con Maria l’atteggiamento dei gestori è più freddo: salvo due eccezioni, che le promettono di rimettersi in contatto presto, gli altri prendono il suo curriculum e lo aggiungono alla pila senza ulteriori domande. Per Laura, di 44 anni, quest’ultimo comportamento è invece la norma. Anche lei racconta di aver provato a proporsi in diversi negozi nei quali torniamo insieme per un altro tentativo: «Magari questa volta è quella buona». Ma non sembra proprio: nella maggior parte dei punti vendita il suo curriculum viene preso senza battere ciglio, nessuna domanda e nessun interesse per la sua esperienza passata - che pure c’è - e quando anzi è Laura stessa a chiedere più informazioni le viene risposto che dovrà aspettare che il curriculum venga visionato e valutato. Cosa che nel caso di Erica avviene quasi sempre sul momento e nel caso di Maria in almeno tre occasioni su dieci tentativi.

Intanto però i cartelli di ricerca del personale restano affissi alle vetrine da mesi e si contano sulle dita di una mano i negozi del centro che sono riusciti a trovare il “lavoratore perfetto”. Gli altri invece aspettano: così anche Erica, Maria e Laura. Le prime due di certo con più speranza dell’ultima di ricevere un’offerta. Ma poi anche nel loro caso, al momento del colloquio, bisognerà capire se l’offerta di lavoro è conforme alle esigenze di una donna di 20 e di 35 anni.

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