Oli e cibi alla canapa, maxi sequestro. Pochi giorni dopo il Tar blocca la norma

Il caso La finanza in quattro negozi di cannabis dopo il giro di vite deciso dal ministero della Salute. Sequestrati centinaia di prodotti tra cui tisane e shampoo. Ma il decreto ora è sospeso dai giudici

Il ministero della Salute vara un decreto e, neppure una settimana dopo l’entrata in vigore, vengono invitate le forze di polizia a procedere con i sequestri per chi non si è messo in regola. Scattano i sequestri, ma appena prima che il decreto stesso fosse sospeso dal Tar del Lazio. C’è un discreto garbuglio di questioni giuridiche sospese dietro alle perquisizioni e ai sequestri compiute anche nel Comasco a carico dei negozi che vendono prodotti a base di cannabis.

I sequestri

Tra il 27 e il 28 settembre scorso la Guardia di finanza di Como ha effettuato tre controlli in altrettanti punti vendita a Como, a Tavernerio e a Olgiate Comasco, portando via centinaia di prodotti alla base di canapa che, fino al 22 settembre, si potevano regolarmente vendere. Poi è entrato in vigore un decreto del Ministero della Salute, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 21 agosto, che ha inserito le composizioni per uso orale «a base di cannabidiolo estratti dalla cannabis» nella tabella dei medicinali del testo unico delle leggi in materia di stupefacenti e sostanze psicotrope, stabilendo che la vendita potesse essere fatta solo in farmacia, e dietro presentazione di una ricetta medica.

Pochi giorni dopo l’entrata in vigore del decreto, mentre già pendeva un ricorso al Tar da parte dell’Ici (Imprenditori Canapa Indiana), in tutta Italia sono scattati numerosi sequestri. In particolare a Como sono quattro i negozi controllati: in città in via Milano alla Ma.Ve. distribuition, e in via Dante al Green Clouds Store, a Olgiate Comasco in via Trieste (sempre al Green Clouds Store) e a Tavernerio in via Briantea al DgSmoke.

I finanzieri del Gruppo di Como hanno sequestrato numerosi prodotti: tisane, oli, cibo a base di cannabis, prodotti di bellezza, shampoo per animali, aromi per sigarette elettroniche. E hanno denunciato i titolari dei negozi per detenzione di sostanze stupefacenti.

Il ricorso al Tar

Nel ricorso presentato al Tar, i rappresentanti dei canapai hanno sostenuto che il decreto sia stato emanato dal ministero nonostante non fossero ancora pervenuti i parerei scientifici necessari, ad esempio quello del Consiglio Superiore di Sanità; parere necessari per stabilire se effettivamente i prodotti a base di cannabis con basso thc (ovvero il principio attivo) possano essere considerati alla stregua delle sostanze stupefacenti. Da qui la richiesta di sospendere l’efficacia del provvedimento ministeriale, in quanto il blocco delle vendite avrebbe comportato un grave danno senza che questo fosse realmente giustificato e supportato da tutti gli elementi necessari per decidere.

A questo punto i giudici di Como si ritrovano a dover decidere il da farsi su tutti quei prodotti sequestrati: perché tecnicamente il sequestro è da convalidare, in quanto eseguito in un momento in cui la norma era operativa e quindi i finanzieri hanno operato - come sempre - nella loro piena legittimità. Peccato che ora quel decreto sia sospeso, per cui accuse e sequestri potrebbero cadere.

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