Orecchio morso, accuse al consigliere: contestate dal pm «lesioni permanenti»

L’inchiesta Chiuse le indagini su Tufano (Fratelli d’Italia) e l’aggressione al lido di Bellagio. Un trentenne era finito in ospedale dopo la lite con il politico. La difesa: «Lui è la vittima»

La procura di Como ha chiuso le indagini su un fatto di cronaca avvenuto nell’estate del 2022, quando erano le 4 del mattino del 10 luglio, nei pressi della discoteca Lido di Bellagio. Nei guai era finito Antonio Tufano, consigliere comunale di Fratelli d’Italia, 39 anni, di Como, accusato di aver preso parte ad una lite con un ragazzo di Milano, 31 anni, che stava lavorando in discoteca per conto di un catering. Il ferito aveva riportato l’amputazione di un parte dell’orecchio sinistro. Una lesione importante che l’ospedale di Lecco, dove il ferito fu portato, definì nel referto come derivante da un «riferito morso».

Il magistrato e il legale

L’avviso di chiusura delle indagini è stato notificato nelle scorse ore sia all’indagato - che ha sempre negato con forza di aver compiuto quello che gli viene contestato - sia al suo avvocato Simone Gatto. La situazione però, per il consigliere comunale, si è complicata in questi mesi in quanto il pm Antonio Nalesso non contesta più le lesioni, bensì la «deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso», reato molto più grave.

La difesa in queste settimane sta portando avanti una serie di attività ascoltando persone che erano presenti a quella serata, e lo stesso avvocato Gatto ha pure già anticipato che il proprio cliente si farà interrogare dal pm Nalesso. «A seguito dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari – commenta il legale di Tufano – abbiamo chiesto l’interrogatorio con differimento per poter svolgere le indagini difensive. I numerosi testimoni stanno facendo emergere un quadro della vicenda in cui Tufano sarebbe la vittima e non l’aggressore».

Ed anche Tufano, come detto, respinge le accuse formulate dalla procura nell’atto che gli è stato notificato: «Rispetto a questa vicenda – dice Tufano – i fatti sono andati in modo differente. Ho chiesto l’interrogatorio al pubblico ministero proprio per questo, per chiarire i fatti». Solo al termine dell’attività difensiva e dell’interrogatorio, il pm deciderò se proseguire o meno nelle contestazioni.

Il racconto dei testimoni

La storia è complessa. La vittima, sentita in fase di indagini, ha ammesso di non ricordare nulla del volto del suo aggressore perché era «parecchio ubriaco». Una cosa confermata anche da altri presenti, e pure da un suo collega che arrivò a riferire al datore di lavoro che il trentunenne non era più in grado di lavorare. Proprio per questo lo lasciò fuori dal locale a una persona identificata poi – sempre dal collega – proprio in Tufano, che quella sera si trovava in discoteca.

Pochi attimi dopo, ha riferito il testimone, avvenne la lite in cui la vittima subì l’amputazione di una parte di un orecchio. Un altro testimone, disse di aver visto il ferito e un uomo con cui stava litigando cadere sopra un tavolino pieno di bicchieri di vetro, tanto da aver pensato che il ferito potesse essersi procurato il taglio con un coccio di vetro. Ma il referto dell’ospedale di Lecco, come detto, parla di una riferita amputazione da «morso».

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