Paratie, 14 anni fa il via
E la storia non è ancora finita

Il cantiere del lungolago partì l’8 gennaio del 2008 e avrebbe dovuto concludersi in 36 mesi. Primo lotto terminato, se va bene, il prossimo autunno

Era un martedì di 14 anni fa quando i primi operai iniziarono a lavorare tra i giardini e piazza Cavour, avviando quello che avrebbe dovuto essere il cantiere che avrebbe trasformato la parte più bella della città con una nuova maxi passeggiata. I lavori per le paratie avrebbero dovuto durare 1.085 giorni. Che significa 36 mesi o 3 anni, a seconda dell’unità di misura temporale che si preferisce utilizzare.

Ritardo di 11 anni

Il risultato, però, non cambia: il ritardo, rispetto all’idea iniziale, è arrivato a quota 11 anni. E anche se nell’ultimo anno e mezzo i lavori sono ricominciati (dopo muri costruiti e abbattuti, inchieste del tribunale e condanne in primo grado, gare annullate e rifatte) e proseguono a ritmo serrato, ci vorrà ancora tempo prima di uscire dall’incubo.

La data di fine cantiere messa nero su bianco il primo luglio del 2020, quando il nuovo gruppo di imprese (Rossi Renzo Costruzioni, Cgx, Ranzato e la comasca Engeco) è arrivato sul lungolago, è quella del 27 aprile del 2023. Un anno e una manciata di mesi ancora, ma attualmente le opere viaggiano con un ritardo tra i cinque e i sei mesi dovuto a grossi problemi nell’infissione delle palancole nel tratto tra piazza Cavour e la darsena, che hanno portato alla necessità di modifiche in corso d’opera per evitare il rischio di danni ai palazzi storici e alla strada. Al posto delle palancole si è optato per un sistema di macropali (posizionati attraverso un macchinario giallo ben visibile passando dal lungolago) ed è in corso realizzazione della vasca. Questa fase sarà completata probabilmente in primavera, mentre per vedere finito (al grezzo) il primo tratto bisognerà aspettare i mesi di settembre o ottobre. La previsione iniziale era quella di arrivare ad essere pronti tra aprile e maggio, ma non sarà così. Questo significa che, a meno di clamorosi recuperi, tutto il tratto tra i giardini e Sant’Agostino (in quella zona si vedono già i cassetti “porta paratie”) non sarà consegnato prima del settembre del 2023. Ma, al contrario, su un cantiere di quelle dimensioni, i problemi sono all’ordine del giorno e, quindi, non si possono escludere ulteriori slittamenti temporali in avanti.

Questa, però, dovrebbe essere davvero la volta buona per arrivare a completare i lavori che stanno tenendo in ostaggio la zona più bella del capoluogo da 14 anni. E, a voler essere precisi nella cronologia del disastro, si può andare indietro fino al 1995, quando venne approvato dalla giunta Botta il piano di massima della maxi opera. Il prossimo luglio, da quel primo via libera, di anni ne saranno passati 27.

Tornando all’attualità, sul fronte degli arredi, che spettano al Comune a differenza delle opere antiesondazione in capo alla Regione, è stato elaborato un primo progetto che ha già ottenuto un primo ok dalla Soprintendenza e che arriverà, con una mozione dell’opposizione, lunedì sera in consiglio comunale.

Ispirato a Plinio il Vecchio

La proposta vede l’area più pregiata della città ispirata e dedicata a Plinio il Vecchio. Tutti gli oggetti - panchine, disegni sul porfido, verde - sono pensati richiamandosi ai 37 libri della “Naturalis Historia”, il capolavoro dello scrittore e naturalista nato a Como nel 23. L’anno dell’inaugurazione del lungolago dovrebbe, quindi, coincidere con i duemila anni dalla sua nascita. E a più di 15 dall’arrivo del primo operaio.

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