
Cronaca / Como città
Venerdì 01 Agosto 2025
Per i test sui parapetti sono stati spesi 122mila euro. E ora si riparte da capo
Lungolago Tra progetti e realizzazione del prototipo già stanziate dalla Regione cifre molto importanti. Ma non si è ancora deciso nulla. Orsenigo: «Che spreco»
Como
Finora per i nuovi parapetti del lungolago sono già stati spesi 122mila euro.
La cifra include i progetti per le protezioni (tutti scartati e, al momento, non ci sono certezze su cosa verrà realizzato, ma l’ultima clamorosa proposta della Soprintendenza è quella di tornare a quelli storici con i timoni) e la realizzazione del prototipo presentato a metà maggio e poi bocciato da più parti (in primo luogo dalla Soprintendenza, ma anche dalla stessa Regione). Soltanto quest’ultimo, lungo meno di una decina di metri e in tre campionature di colore, è costato 38.700 euro (Iva esclusa).
Incarichi con fondi pubblici
«Sprecati per i progetti e per il prototipo bocciato»
A fornire i dati è il consigliere regionale del Pd Angelo Orsenigo, che ha depositato una lunga e dettagliata interrogazione sul tema delle protezioni del lungolago rivolta all’assessore regionale Massimo Sertori a cui chiede conto dell’operato della società Aria (nata dalla ex Infrastrutture lombarde e che ha seguito il cantiere del lungolago dal 2016). «Alla Regione – dice Orsenigo – tocca pagare altri 122mila euro sprecati per i progetti per i parapetti e per il prototipo bocciato». Lui stesso spiega che 38.706, 97 euro sono stati deliberati come «incarico per la progettazione, realizzazione e posa del prototipo di parapetto» il 26 febbraio scorso e, nello stesso documento autorizzativo, si trova che il 3 luglio del 2023 Aria aveva affidato alla stessa società mediante adesione ad accordo quadro l’«affidamento dei servizi tecnici relativi alla progettazione della fornitura, realizzazione e posa in opera del parapetto fronte lago di Como, richiesto da Regione Lombardia» per 84.109,22 euro.
Costi e dubbi
Nella risposta fornita a Orsenigo viene anche chiarito quanto sarebbe costata l’eventuale realizzazione dell’intera protezione con il modello scartato: «Circa 500mila euro (oltre Iva 22%) per la realizzazione di un parapetto di foggia moderna come assentito preliminarmente dalla Soprintendenza (e con richiesta di una campionatura in scala 1:1) con nota del 15 ottobre 2024» a cui poi è seguito, come detto, il prototipo contestato e bocciato dallo stesso Ente di tutela del paesaggio.
«L’idea sarebbe dovuta essere trattata pubbblicamente»
«Nel contesto di straordinaria bellezza ambientale e paesaggistica del lungolago – commenta Orsenigo – il parapetto storico costituiva un elemento caratteristico. L’idea di cambiare strada, sia pure per ragioni di forza maggiore, individuando una diversa tipologia di parapetto rispondente alla nuova normativa di sicurezza, sarebbe dovuta essere trattata pubblicamente e con un più ampio ventaglio di esperti».
Poi l’attacco: «C’è voluto il fallimento palese della posa del prototipo per svelarci che nel chiuso degli uffici Regione, Comune e Soprintendenza avevano cambiato da mesi, se non anni, il programma. Con tre paradossi. Il primo: non c’era motivo reale per arrivare fino a questo punto, visto che, mentre l’assessore dice che le norme non impongono che sulla passeggiata debba esserci un parapetto, la Soprintendenza ritiene ora che conciliare i parapetti storici con la tutela della sicurezza sulla riva sia possibile. Il secondo riguarda i tempi: in nove anni di gestione regionale si è arrivati a un vicolo cieco e per uscirne, è scritto nella risposta, sono necessari almeno altri venti mesi, solo per produrre un nuovo prototipo. Ora Regione vuole cedere la palla al Comune che impiegherà anche di più».
E conclude con il terzo nodo, quello dei costi: «Anche a non pensare che l’idea fosse di giocare al risparmio, visto che per un parapetto di nuova foggia s’ipotizzavano costi per 500 mila euro rispetto alla cifra di 1,7 milioni prevista inizialmente per recuperare quello storico, alla Regione tocca pagare altri 122 mila euro sprecati per i progetti e per il prototipo bocciato».
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