Per la stangata energia a Como le tariffe dello sport aumentano del 20%

CarovitaDalla piscina di Casate alla vasca del Sinigaglia fino al palazzetto del ghiaccio: prezzi più alti da gennaio. Lo ha deciso il Comune dopo i rincari di luce e gas

Aumentano del 20% le tariffe per gli impianti sportivi, i rincari riguardano la piscina di Casate e la piscina Sinigaglia, il palazzetto del ghiaccio e il centro sportivo di Sagnino.

La giunta ha approvato, il 30 di novembre, la modifica delle tariffe degli impianti gestiti da Csu, il balzo scatta dal primo gennaio 2023. Nei documenti si legge che Csu a novembre aveva chiesto «l’adeguamento delle tariffe in vigore per permettere di fronteggiare gli importanti rincari delle utenze acqua, energia elettrica e riscaldamento fondamentali per consentire la migliore fruizione degli impianti». In particolare il palazzetto del ghiaccio, sottolineava Csu già a settembre, è energivoro e quindi molto costoso. L’amministrazione comunale però non ha voluto chiudere battenti, come accaduto invece in altre parti d’Italia, ma ha rivisto le tariffe e gli abbonamenti di tutti gli impianti. «La richiesta è accoglibile – recita la delibera - in quanto le tariffe ad oggi applicate sono sensibilmente inferiori rispetto a quelle praticate in impianti similari».

Cosa cambia per le famiglie

Si tratta comunque dell’ennesima tegola che ricade in parte sulle famiglie e in parte sulle società sportive. A Casate un corso bisettimanale di nuoto per bambini passa da 41,5 euro a 50, l’abbonamento da dieci biglietti da 46 a 55 euro, in via Sinigaglia sempre i dieci ingressi costeranno 70 invece di 57, la tariffa oraria per corsia in entrambe le vasche sale da 23 a 28. In una città che ha molta fame d’acqua, con l’olimpionica di Muggiò sempre chiusa. Non sono da meno i rincari al palazzetto del ghiaccio, da 360 a 430 per una gara da mezza giornata, da 120 a 145 per una partita, da 60 a 70 la tariffa oraria e da 40,25 a 48 l’abbonamento da dieci ingressi. A Sagnino una partita a calcetto al chiuso passa da 60 a 70, a tennis da 12 a 14, le feste la domenica al coperto da 160 a 190.

Le reazioni delle società e delle squadre non sono scomposte. Era un balzo mezzo annunciato, certo mette in difficoltà. «Contenti non siamo – commenta Guido Albanese presidente dell’Ice club che conta circa 3mila corsisti –, ma ce l’aspettavamo. Anche perché il pubblico a Como è ancora molto più conveniente rispetto alla media del mercato. Noi le quote agli atleti le chiediamo a settembre, se lo scatto parte da gennaio cercheremo di trattare con Csu. Sono rincari che incidono sul bilancio, nostro e delle famiglie. Senza fare piagnistei durante il Covid abbiamo pagato l’affitto anche per la piscina Sinigaglia, vuota, una vasca che aspetta dal 2018 il rifacimento del trampolino».

Alla piscina di Muggiò prima della chiusura i nuotatori pagavano 11 euro all’ora per una corsia lunga 50 metri. Oggi al Sinigaglia e a Casate il costo per un’ora in una corsia lunga 25 metri è pari a 12 euro in più e dal 2023 sarà due volte e mezzo tanto rispetto a soli quattro anni prima.

Impianti vecchi?

«Non fa piacere - commenta Massimo Tacci, presidente dell’Hockey Como – quest’anno non possiamo cambiare in corsa le quote associative, ma dall’anno prossima queste tegola peserà sulle famiglie. Cittadini che pagano le tasse e questo mi dispiace. Altrove Regioni e Comuni riescono ad offrire il ghiaccio gratis alle squadre. Il derby con Varese che ha un impianto nuovo non regge. Qui tagliano la capienza e aumentano le tariffe».

Il palazzetto del ghiaccio è un impianto vecchio da sistemare. «I rincari non ci sono ancora stati comunicati – dice Paolo Maggienga per il pattinaggio su ghiaccio della Ggr Como – ma non mi lasciano a bocca aperta. Purtroppo sta aumentando tutto, i costi dell’energia non sono imputabili al Comune. Il pericolo è che prima o poi le famiglie siano costrette a fare delle rinunce. Noi infatti siamo una società dilettantistica e dovremo chiedere un contributo ai genitori. Comunque per quanto riguarda il palazzetto del ghiaccio siamo felici che non abbiano deciso di chiuderlo, come invece è successo in altre città italiane». «Temo sia nella logica delle cose – spiega Ivan Lodiper i pattinatori della Asga Como – se ne parlava negli scorsi mesi in via non ufficiale».

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