Perseguitava sorella e nipote. Il motivo? L’eredità contesa

Il processo Da una disputa testamentaria una lunga storia di minacce. La aggredì in piazza e le imbrattò la porta di casa. Condannato a 10 mesi

All’origine di tutto c’era stata una forte tensione per motivi legati ad un lascito testamentario. Per questione di soldi, dunque, un fratello aveva iniziato ad infastidire e importunare la sorella, finendo anche con il coinvolgere il nipote.

Una situazione di forte tensione, giunta anche ad episodi clamorosi come una aggressione in piazza Duomo ai danni del nipote che – in compagnia di un amico – stava prendendo un aperitivo (era il 21 luglio del 2019) e ad un secondo evento in cui la porta di ingresso della casa dove la sorella viveva con il figlio era stata cosparsa di escrementi.

A questi fatti, si era aggiunto tutto il solito corollario che confluisce nei fascicoli di stalking, ovvero le molestie in danno di una vittima che sono poi approdate in aula per essere giudicate.

Nelle scorse ore la vicenda si è chiusa con la condanna del fratello a 10 mesi (il pubblico ministero d’udienza aveva chiesto una pena più alta, 14 mesi) e con una provvisionale da 5 mila euro a favore della sorella e del nipote in attesa di una futura definizione della storia in sede civile.

L’uomo, 68 anni di Como, aveva cercato di difendersi, dicendo – tramite il proprio avvocato Michela Bogani – che mancava la prova dello stato di ansia generato nella sorella dai suoi comportamenti, come pure del fatto che la famiglia era stata costretta a cambiare le proprie abitudini. Il sessantottenne aveva anche detto che gli episodi erano stati enfatizzati e che non avevano nulla di persecutorio, e che anzi la vittima sarebbe stato proprio lui.

Il giudice l’ha però pensata diversamente, dando ragione alle vittime rappresentate in aula dall’avvocato Denise Canu. Alla fine infatti, come detto, è arrivata la condanna anche se ad una pena più bassa rispetto a quella che era stata invocata dalla pubblica accusa. Secondo quanto era stato ricostruito dalla procura, le persecuzioni nei confronti della sorella iniziarono nel luglio del 2019, «per motivi inerenti ad un lascito testamentario» che evidentemente aveva lasciato dei malumori in famiglia. Iniziarono in quei giorni condotte definite come «reiterate», di molestie nei confronti non solo della sorella ma anche del figlio, nipote dell’imputato, tali da – come nei reati di stalking – «cagionare un perdurante e grave stato di ansia, tanto da costringerli ad alterare le proprie abitudini di vita».

I due episodi più clamorosi furono la già accennata aggressione in piazza Duomo, al momento dell’aperitivo, quando il nipote fu preso a schiaffi, e l’imbrattamento della porta di casa con gli escrementi. Ma nei mesi arrivarono anche lettere di minacce e insulti, rivolte ad ottenere dei soldi in realtà non dovuti, improperi anche contro il marito morto e accuse di millantati furti avvenuti ai gioielli di quella che era stata la loro madre. Una relazione logora, confluita in un fascicolo della procura e che nelle scorse ore si è chiusa con la condanna del fratello molesto.

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