Pfizer, scarseggiano le dosi di vaccino
L’ipotesi: il richiamo si fa con Moderna

Regione Lombardia ha chiesto il via libera all’Agenzia italiana del farmaco - Il timore è quello di dover sospendere la campagna. Rinvii in massa verso la fine di luglio

Como

Pochi vaccini, la Lombardia vuole fare le seconde dosi di Pfizer con Moderna. Negli ultimi giorni, ma anche nelle prossime settimane, si stima un calo rilevante delle forniture vaccinali sul nostro territorio. Tant’è vero che l’unità di crisi regionale si appresta a chiedere all’Agenzia italiana del farmaco, e dunque ai vertici governativi, di poter utilizzare per i richiami già in calendario con Pfizer l’altro vaccino statunitense costruito con la stessa tecnologia ad MRna Moderna.

Una possibilità che secondo i proponenti renderebbe molto più semplice la gestione della macchina della campagna vaccinale nei mesi di luglio e agosto. Ma che come ovvio necessita di un’approvazione.

È vero che Pfizer e Moderna sono due vaccini affini, lasciano al nostro sistema immunitario le sole informazioni per costruire le difese contro il virus e non portano davanti alle nostre cellule un parente del Covid inattivo come fanno AstraZeneca e Johnson&Johnson. È chiaro però che si tratterebbe comunque di una vaccinazione eterologa, di un mix di farmaci. Come avvenuto con le seconde dosi di AstraZeneca ormai concluse con cui si è preferito procedere sotto ai 60 anni con Pfizer, pur dando sotto spinta dell’esecutivo libera scelta. A Como e alla Lombardia, l’ha ripetuto anche Guido Bertolaso, servono più vaccini Pfizer, AstraZeneca ormai non viene più utilizzato, non serve più. Questo calo delle forniture rende anche più difficile lo spostamento della seconda dose promesso da oggi dalla Regione. Tramite il portale (prenotazionevaccinicovid.regione.lombardia.it) infatti ora in teoria è possibile spostare la data della seconda dose una volta soltanto e con un preavviso di almeno sette giorni.

È un’opportunità studiata per aiutare i cittadini ad andare in vacanza, sempre rispettando i tempi dei richiami in base alla tipologia del vaccino. Ma dalla Regione spiegano che le forniture dei vaccini sono tali da permettere rinvii di pochi giorni, fino al limite massimo rispetto a quanto autorizzato dagli enti sanitari.

La Lombardia in questo momento sta cercando di rinviare interi blocchi di appuntamenti verso fine luglio sperando che le forniture tornino ad essere generose come preventivato.

«Altrove stanno già sospendendo gli appuntamenti sotto ai 16 anni - ha spiegato Ester Poncato, responsabile per l’Ats della programmazione della campagna vaccinale - volendo ultimare prima il ciclo nelle persone con più anni. Noi stiamo iniziando a pensarci. Non per volere nostro o della Lombardia, ma in base alla disponibilità dei vaccini».

Intanto Ats ha fatto sapere che le vaccinazioni a domicilio a Como sono giunte quasi alla conclusione delle seconde dosi e che i vaccini per le persone senza fissa dimora sono fermi perché il vaccino Johnson&Johnson, giudicato il più adatto perché monodose, è stato autorizzato solo oltre i 60 anni. Ora però dovrebbero partire.

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