
Cronaca / Como città
Sabato 27 Settembre 2025
Piano scuole a Como, contrari tutti i consigli d’istituto: «Soluzioni impraticabili»
Istruzione Gli istituti sono chiamati a esprimere un parere sul progetto del Comune, ma non ha valore vincolante sulle decisioni di Palazzo Cernezzi

Como
No all’unanimità da parte di tutti i consigli d’istituto cittadini contro il piano di riorganizzazione della rete scolastica proposto dal Comune di Como. Gli istituti comprensivi sono chiamati tramite i loro consigli (dove siedono i rappresentanti dei docenti e delle famiglie) a esprimere un parere sul progetto presentato dalla giunta, prima che questo venga inoltrato alla Regione. Non si tratta di un parere con valore vincolante, ma serve a capire le posizioni e le osservazioni dei singoli istituti. Il piano ora dovrà essere votato in consiglio comunale.
L’esempio della Foscolo: «manca la mensa»
Per quanto riguarda il piano proposto dalla giunta a inizio settembre, il parere degli istituti Como Nord, Como Centro, Como Borgovico e Como Lora è stato unanime e contrario. «Innanzitutto perché le soluzioni proposte sono impraticabili: nelle scuole che dovrebbero accogliere i nuovi nomadi scolastici creati dal Comune gli spazi indicati proprio non ci sono» spiegano i presidenti dei consigli d’istituto. Tra gli esempi di «soluzioni impraticabili» che citano c’è quello della scuola media Foscolo, dove il Comune vorrebbe trasferire gli studenti della primaria di via Sinigaglia, che verrà chiusa presumibilmente per lasciare posto a un parcheggio che servirà la zona stadio. Secondo i consigli d’istituto, infatti, alla Foscolo mancano le aule necessarie a ricevere tutti gli studenti che dovrebbero essere trasferiti in quella struttura, che tra l’altro è priva di mensa indispensabile per gli studenti delle scuole elementari.
Le critiche alla giunta
«Contestiamo il metodo seguito dal Comune, privo di un qualsiasi confronto con chi vive la scuola ogni giorno e ne conosce le esigenze e le dinamiche - proseguono i presidenti dei consigli - Ci sono proposte alternative e migliorative e il Comune non le ha nemmeno volute ascoltare.Abbiamo sottolineato che serve un piano complessivo e di lungo termine e tutti gli Istituti sono ben disposti a collaborare per questo obiettivo, ma il Comune non ha nemmeno voluto convocare il tavolo richiesto».
Le critiche al Comune però non si fermano qui: i portavoce dei consigli d’istituto sottolineano che Palazzo Cernezzi «non esegue da anni i lavori richiesti dagli istituti per la manutenzione e il ripristino delle scuole per poi arrivare a minacciarne la chiusura» e contestano la “strategia” attuata dalla giunta guidata dal sindaco Alessandro Rapinese negli ultimi anni di procedere con le chiusure dei plessi «un pezzo alla volta, senza una visione complessiva lascia tutti in un clima di incertezza inaudito e controproducente che esaspera i genitori e demotiva docenti e studenti». Si tratta di un modo di procedere che, secondo i presidenti dei quattro consigli d’istituto, porta a sprechi di denaro pubblico già investito negli immobili, nei laboratori e nelle attrezzature presenti nei plessi che verranno chiusi.
Attaccata anche la decisione di unificare scuole di grado diverso portando alunni con età differenti a convivere negli stessi spazi, come nel caso dell’istituto Como Lora, dove dovrebbero andare a convivere asilo e scuole elementari, o nel caso di Como Borgovico, dove convivrebbero elementari e medie.
«Per noi piano indegno della città»
«Questo piano porterebbe la qualità delle scuole indietro di 50 anni ispirandosi ai minimi richiesti da un decreto del 1975, proponendo classi pollaio e senza laboratori (es. aule computer, aule musicali) e addirittura senza le aule di sostegno per alunni con disabilità e bisogni educativi speciali - scrivono ancora - Riteniamo che la scuola dovrebbe guardare al futuro e non al passato remoto. In sintesi, è un piano semplicemente indegno per una città ricca come Como».
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