Piazza Volta, il panico del sabato notte a Como: un uomo armato aggredisce i passanti

Il fatto Forze dell’ordine sulle tracce di un uomo che prima ruba una lampada da un bar, poi la usa per colpire a caso gli avventori dei locali. Terrore tra giovani e giovanissimi

Como

Scene di panico sabato sera in piazza Volta, come al solito zeppa di ragazzi e ragazzini. A scatenare il fuggi fuggi generale è stato un giovanotto probabilmente straniero («nordafricano», secondo chi c’era) che ha dato i numeri prima colpendo gente a caso con una non meglio descritta “lampada” sottratta all’interno di uno dei locali della zona, poi brandendo un coltello all’indirizzo di alcuni connazionali che tentavano di placarne la furia nel mezzo della piazza.

La ricostruzione

Il fattaccio ha tenuto banco per ore nelle chat delle centinaia di studenti che frequentano piazza Volta («amo, stase ci si vede in Volta»), con ricostruzioni varie, abbondanti e non sempre concordanti.

Quello che è certo è che il tizio, brandendo la lampada («una lampada di ferro, quindi molto pericolosa», secondo una testimonianza), ha cominciato a colpire avventori e passanti a caso, generando una maxi fuga verso la piazza e verso le vie Cairoli e Fontana. Chi c’era assicura che a quel punto, mollata la “lampada”, lo stesso tipo «vestito di verde» (altra testimonianza), avrebbe brandito un coltello scagliandosi contro un gruppo di connazionali che tentavano di fermarlo. Sul coltello le testimonianze non sono concordi. Secondo altre voci non si trattava di una lama ma del grosso coccio in vetro di una bottiglia che il nostro aveva mandato appositamente in frantumi. Il titolare di un bar gli avrebbe rifilato un montante in pieno volto, con risultati molto scarsi, nel senso che il pugno non è bastato a fermarlo, e neppure a rallentarlo. Non trova per fortuna conferme l’ulteriore voce- diffusasi sempre nell’immediatezza del fuggi fuggi generale, secondo la quale lo stesso esagitato avrebbe ferito alla schiena uno di quelli che lo fronteggiavano, tagliandolo con il coltello, o coccio che fosse.

Comunque. Decine di ragazzini si sono rifugiati gambe in spalla sul lungolago, più impegnati a mettersi al sicuro, comprensibilmente, che a rivolgersi alle forze dell’ordine, tanto che i primi a chiedere il supporto dei colleghi di carabinieri e polizia alla fine sarebbero stati gli agenti del pronto intervento della polizia locale. Qualche minuto ancora e tra la piazza e i dintorni incrociavano più o meno tutte le pattuglie di carabinieri e polizia disponibili, anche se ormai di gente armata di lampade e coltelli non c’era più nemmeno l’ombra.

Le indagini

Ora bisognerà cercare di ricostruire un po’ meglio tutto quanto, dai motivi del parapiglia iniziale (troppo alcol?) all’effettiva presenza di una lama, e per farlo bisognerà affidarsi soprattutto al sistema di videosorveglianza comunale, nella speranza che quantomeno le fasi salienti del caos siano state immortalate.

Quella della sicurezza dei nostri ragazzi, in ogni caso, è una faccenda molto seria. Così come lo è quella della coabitazione tra movida e popolazione residente. Se ne dibatte da anni, soprattutto d’estate, senza che finora si siano trovate soluzioni spendibili. Ora toccherà cercarne anche d’inverno.

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