Cronaca / Como città
Domenica 23 Novembre 2025
Polizia, 12 emergenze al giorno. In città a bordo delle Volanti
Reportage Presa diretta sul lavoro degli agenti nelle emergenze quotidiane. Como si scopre litigiosa, spaventata e con ampie zone di disagio sociale
Como
I furti in appartamento, il fenomeno delle baby gang, il delicato tema dei maltrattamenti in famiglia e dei reati contro i soggetti più deboli. Sono i capitoli a rischio, sul fronte sicurezza nella città di Como. Ma quello che le donne e gli uomini della Squadra Volante della Questura affrontano quotidianamente, sulle strade della città, è un’umanità eterogenea che talvolta chiama il 112 perché, in seguito a un tamponeamento, ha timore di una reazione da parte di chi ha tamponato; perché il vicino di casa all’improvviso dà di matto e si mette a tirar calci alle auto; perché i clienti del ristorante se ne vanno senza pagare (ma scordano il cellulare nel locale); perché un ubriaco tenta di rubare una bottiglia di birra in un ristorante del centro; perché c’è un’auto sospetta parcheggiata in zona via Zezio e si teme possano essere ladri.
Abbiamo seguito, a bordo delle volanti della Polizia, alcune giornate d’ordinaria emergenza. Durante le quali se è risultato in modo lampante che Como non è il Bronx (percezione della sicurezza permettendo) è anche emerso chiaramente un profondo disagio sociale di una fetta di città. Iniziamo dai numeri: ogni anno la centrale operativa della Questura riceve oltre 11mila chiamate, un numero costantemente in aumento negli ultimi anni. Di queste, circa 4mila si tramutano in interventi veri e propri. Anche questo dato è in aumento: era sotto i 4mila nei primi anni post Covid, lo scorso anno (e la tendenza del 2025 lo conferma) ha superato la soglia.
Il 20% degli interventi sono legati a questioni di tensioni e liti: liti in famiglia (già 132 interventi quest’anno, il che significa almeno tre ogni settimana), e generiche. Tra queste ultime: il dato principale riguarda le liti in strada, (243 quest’anno), a ci sono anche interventi per liti condominiali (39) e per minacce.
Quattro i turni quotidiani delle volanti. Per ogni turno la volontà è, numeri permettendo, di schierare in strada almeno tre pattuglie. Quasi tutti giovanissimi gli agenti in servizio: negli ultimi anni c’è stato un importante cambio generazionale. Agenti che, quando non ci sono interventi, girano nelle zone maggiormente a rischio (zona stadio e giardini, zona via Anzani, Ippocastano, centro storico) per intercettare situazioni di possibile criticità o bisogni.
Come quando, in piazza Cavour, una ragazza vede gli agenti scendere dall’auto, si avvicina e rivela: «Ho paura». La giovane è spaventata da un uomo che, negli ultimi giorni, la sta tempestando di messaggi e telefonate. Lo conosce solo vagamente, eppure lui insiste. Per un quarto d’ora i poliziotti le parlano, la rassicurano, la consigliano.
Ma si interviene anche in periferia, la sera, per giovani che dopo aver assunto stupefacenti perdono la testa. Complice un disagio sociale pregresso. E qui entra in gioco quel delicato equilibrio tra fermezza e comprensione.
Infine l’emergenza del momento: i furti in appartamento. Il lavoro di rete con i detective della Squadra porta a identificare possibili auto sospette. I portali targhe all’ingresso della città si dimostrano utilissimi. E capita che, a dispetto del traffico, del buio, della folla, una di quelle auto venga intercettata e fermata. Ma che, proprio a causa del traffico, chi era al suo interno riesca a fuggire a piedi. E quella vettura diventi lo spunto per una nuova indagine.
“Volante 13, ci segnalano una persona che sta compiendo atti osceni in un giardinetto”. Un nuovo intervento. L’ennesimo “caso sociale”. Una nuova denuncia.
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