Presa la banda che svaligia le case: diciassette furti in dieci giorni

Il blitz La Polizia fa scattare le manette ai polsi di due indagati. Si indaga su altri sospettati. Dopo un colpo messo a segno sul Lario dicevano: «Ora torniamo in Cile a fare la bella vita»

«Quasi quasi posso tornare in Cile a far la bella vita» dice ridendo Francisco Gustavo Bernabè Diaz Martinez, trent’anni il prossimo 15 dicembre. Un compleanno che, quasi certamente, festeggiare in una cella del carcere del Bassone dove, da mercoledì, si ritrova assieme al connazionale e complice Manuel Felice Andres Torres Guzman, trent’anni. I due cileni sono stati fermati dai detective della Squadra mobile della Questura di Como dopo un’inchiesta lampo, scattata meno in un mese fa. E sufficiente a far emergere una lunghissima serie di furti a carico dei due fermati. L’inchiesta prosegue, perché non è escluso il coinvolgimento di altri sospettati.

La vicenda

Un ruolo importante è stato svolto dai dati trovati nel “targa system”

Tutto ha inizio la sera del 6 novembre, quando a Canzo viene svaligiata un’abitazione di via Vittorio Veneto. I poliziotti cominciano a frugare tra i dati dei “targa system” (i portali lettori targa) presenti in paese e, in particolare, proprio in via Vittorio Veneto. Dove una Fiat 600 entra, si ferma e riparte nel periodo coincidente con il furto. Due giorni dopo l’auto viene di nuovo segnalata dal “targa system” a Galbiate, in provincia di Lecco. Quella sera stessa gli uomini della Squadra mobile lariana raggiungono Lurago d’Erba, dove l’auto è entrata per non uscirne più. La trovano e scoprono che lì c’è un b&b preso in affitto dai malviventi. Viene anche notata e fotografata una Lancia Ypsilon che, guarda caso, il giorno prima si trovava a Olgiate Comasco e a Uggiate con Ronago dov’erano stati messi a segno altri due furti in appartamento.

A questo punto i poliziotti non mollano più l’osso. I ladri cambieranno auto altre due volte (una Ford Focus prima e una Seat Leon poi), ma sempre gli agenti riescono a piazzare microspie all’interno e gps. E così facendo documentano non meno di 17 furti in soli dieci giorni. Tra il 13 e il 23 novembre scorso i due, secondo l’accusa della Polizia, avrebbero messo a segno furti in appartamenti ad Albate, a Montano Lucino, a Mariano Comense, a Lurate Caccivio, a Turate. Ma anche a Cernusco Lombardone, in provincia di Lecco, e ancora nelle province di Varese (a Malnate, Marnate, a Cislago, a Varese città e a Castronno), di Pavia (Vigevano, Cilavegna e Cassolnovo), di Bergamo (in città, a Dalmine e a Treviolo).

La tecnica dei ladri

La tecnica era sempre la stessa: cercavano finestre o portefinestra, foravano i serramenti o rompevano il vetro e con un cacciavite si facevano largo all’interno dell’abitazione. Come si dicono i due, intercettati dai poliziotti: «Finestra difficile. Hai visto come l’ho messo (il cacciavite ndr). L’ho messo da sotto e poi: “pum”! e si è aperta subito, compagno mio».

«Le segnalazioni sono utilissime alla squadra mobile»

Il dirigente della Squadra mobile di Como, Matteo La Porta, lancia un appello ai comaschi: «Il controllo del vicinato e una buona rete di vicini di casa che notino presenze sospette, auto mai viste prima e le segnalazioni a noi, sono utilissime. Anche in questa indagine abbiamo notato che queste bande intervengono dopo aver effettuato sopralluoghi e quindi un occhio più attento con una successiva segnalazione alle forze di polizia è un elemento che può consentirci di partire con un’indagine come questa». I due fermi sono nel frattempo già stati convalidati dal giudice e trasformati in un provvedimento di custodia cautelare in carcere.

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