Primo giorno di scuola: quest’anno si torna alla normalità e a tutti i suoi piccoli e grandi problemi

Il primo giorno Oltre 63mila studenti ieri sono tornati in classe. La gioia per l’abolizione delle mascherine, ma restano i vecchi problemi

È tornata la scuola, quella delle nomine dell’ultimo minuto, dei pullman stracolmi su cui gli studenti si accalcano pur di accaparrarsi gli ultimi spazi rimasti liberi,delle classi affollate, delle uscite di massa dai portoni al suono della campanella. Per i 63.353 studenti della provincia di Como e per i loro docenti insomma è tornata la scuola dei soliti problemi che fanno un po’ storcere il naso. Così infondo è sempre stato, ma quest’anno questi ostacoli riescono anche a strappare un sospiro di sollievo perché ci ricordano che la normalità, per quanto problematica, è comunque ben accetta dopo gli anni di pandemia che la scuola ha fortemente subito.

«Un inizio bellissimo»

Primo giorno allora non solo perché a dirlo è il calendario, ma anche perché per la prima volta, dopo più di due anni, il primo giorno di scuola è tornato a essere quello che è sempre stato. Eppure, nella normalità c’è spazio anche per stupirsi e scoprire che quello che prima della pandemia ci sarebbe sembrato banale, oggi è quasi del tutto nuovo.

«Poter guardare in volto i nostri studenti è un inizio bellissimo - racconta Nicoletta Moro, professoressa al Liceo Alessandro Volta, dove insegna italiano, latino e greco - in una delle mie classi ho deciso di iniziare con una lezione sulla comunicazione e il fatto di potersi guardare è stato un tema stimolante su cui riflettere».

Il piacere di ritrovarsi anche nei sorrisi, oltre che nella presenza fisica in classe, viene da entrambi i lati della cattedra. Nelle parole degli studenti si sente una voglia quasi inedita di tornare in classe. Raccontano di cosa significhi per loro poter tornare a scegliere il proprio compagno di banco, invece che starsene isolati gli uni dagli altri, sottolineano con entusiasmo la possibilità di vedere in volto professori che, in alcuni casi, pur avendo incontrato per mesi lo scorso anno oggi, tolta la mascherina, hanno riscoperto quasi come se fosse la prima volta.

«Per noi è l’ultimo anno - raccontano Federico Genghi e Matteo Carughi, che hanno iniziato la classe quinta del liceo scientifico al Volta - e per la prima volta da quando eravamo in seconda oggi abbiamo avuto un intervallo normale». Normale, una parola che torna ancora una volta provando a racchiudere un insieme di caratteristiche della scuola che il Covid aveva portato via.

«Normale significa tutti insieme - raccontano i due ragazzi - senza la necessità di doversi dividere in momenti diversi a seconda delle classi, per non affollare i corridoi». Per loro tornare alla normalità è importante anche perché quest’anno saranno chiamati a ragionare sul loro futuro e per farlo avranno bisogno di quanta più tranquillità possibile. «Ci saranno anche gli incontri per l’orientamento ed è un bene che potremo farli in presenza e non online».

E mentre c’è chi varca la soglia della scuola per l’ultimo primo giorno della propria vita, c’è anche chi arriva a Como per affrontare il primo anno di superiori. Per alcune studentesse del liceo Teresa Ciceri il passaggio alla scuola senza mascherina è destabilizzante, anche se l’estate un po’ ha aiutato ad abituarsi. Un gruppo del primo anno, sempre della Ciceri, invece si è fatto cogliere impreparato dalla folla accalcata alla pensilina e non è riuscito a salire sul pullman, arrivato in piazza Vittoria già pieno. Problemi vecchi e nuovi, non solo per loro ma anche per alcuni docenti come Alessandra Donegani, che ha scoperto solo venerdì di avere ricevuto un incarico al liceo Volta: «Oggi ho iniziato con una supplenza - racconta - ma nei prossimi giorni inizierò a insegnare italiano e latino nelle classi di scientifico, l’ho saputo da poco». I posti disponibili in provincia per i docenti infatti erano 52 alle scuole materne, 454 alle elementari, 489 alle medie e 324 alle superiori, per un totale di oltre 1300 posti. In attesa di capire quali e quante saranno le nuove nomine e le rinunce, bisognerà ancora attendere qualche giorno prima di riuscire a quantificare le cattedre scoperte.

Finalmente insieme

La gioia del ritorno alla normalità prevale su tutto, anche sulle sorprese dell’ultimo minuto, come racconta insieme a lei Brunella Tatafiore, docente di ruolo di storia e filosofia nella stessa scuola: «Credo che l’emozione di quest’anno sia davvero grande, sia per le nuove classi che incontreremo tra oggi e i prossimi giorni, sia per i nostri studenti degli anni scorsi, sarà bello potersi finalmente guardare faccia a faccia e riuscire a superare le difficoltà date dalla pandemia»

© RIPRODUZIONE RISERVATA