Prof di matematica? Non ce ne sono più e sarà sempre peggio

Scuole La fuga dei laureati in materie scientifiche. Nessuno vuole insegnare: troppo bassi gli stipendi. I presidi in coro: coprire le cattedre è molto difficile

Professori di matematica, informatica e fisica cercansi. Sono in drastico calo i nuovi laureati in ambito scientifico disposti a salire in cattedra e, anche nelle scuole della città, cresce l’allarme. Se è vero che quest’anno quasi tutti gli istituti superiori sono riusciti a coprire i posti vuoti prima dell’inizio delle lezioni, la fatica fatta per arrivare al risultato è stata senza pari, nella speranza che non servano supplenti strada facendo, altrimenti sono guai.

La situazione in città

Il problema c’è ed è noto: in futuro, dicono i presidi, sarà sempre peggio. Mancanza di vocazione all’insegnamento? Tutt’altro, quella c’è e non è in discussione. La questione è un’altra: i neolaureati in ambito scientifico preferiscono entrare in un’azienda che possa garantire loro possibilità di crescita professionale, carriera e, non da ultimo, uno stipendio diverso da quello di un professore.

«Noi siamo al completo, ma se dovesse mancare un docente di matematica e informatica, sarebbe un problema - conferma Nicola D’Antonio, preside del liceo Giovio -. Le graduatorie sono esaurite, siamo riusciti a completare trovando supplenti giovani, ricorriamo ai freschi laureati». Negli anni sarà sempre più difficile: «Sono pochi i laureati e quelli che contattiamo hanno già lavori in azienda - aggiunge Fabio Monti, direttore generale del Collegio Gallio -. Tutte le imprese oggi vanno sul digitale e quindi le competenze legate a matematica, fisica e ingegneria tendono verso quel mondo che permette percorsi professionali differenti. Per insegnare, bisogna avere la vocazione. Oggi sia le scuole statali che paritarie non possono offrire le retribuzioni delle aziende».

Il numero di aspiranti professori in questo settore, insomma, è nettamente inferiore rispetto alla richiesta. «Un problema nazionale – aggiunge Cristina Caprani, dirigente scolastica delle Canossiane - Noi siamo fortunati perché abbiamo trovato due docenti e già a luglio eravamo al completo. Abbiamo anche personale storico che lavora bene con noi da anni in team e con continuità». Al liceo Teresa Ciceri è rimasta una cattedra vuota fino a lunedì quando, finalmente, è stato trovato l’ultimo prof di matematica e fisica. «Abbiamo avuto grosse difficoltà, alcune persone hanno rinunciato – ammette il preside Vincenzo Iaia – nelle graduatorie non c’è più nessuno, fortunatamente ora abbiamo trovato un supplente. Sono arrivate un paio di nomine dall’ufficio scolastico territoriale, poi la loro graduatoria è esaurita e abbiamo dovuto cercare al di fuori».

Resta una cattedra scoperta alla Ripamonti. «Manca un ingegnere meccanico - conferma la preside Gaetana Filosa - negli ultimi anni c’è stata carenza anche di ingegneri elettronici». Al Setificio problemi per scienze: «Una difficoltà che c’è da alcuni anni – è il commento del dirigente scolastico Roberto Peverelli - Anche per alcune discipline specifiche di aree tecniche come, ad esempio, grafica».

C’è anche chi ci ripensa

Ma c’è anche chi ci ripensa e “scappa” dalle imprese per tornare a scuola, come spiega il preside del Volta Angelo Valtorta: «I docenti di matematica e fisica sono ricercati in tutta Italia, da Siracusa a Trento e ce li si contende. A volte, però, chi sceglie le aziende poi ci ripensa: l’ambiente non è così semplice, spesso ritmi e orari di lavoro sono duri, persone con cui ho parlato dicevano che la loro qualità di vita era stata compromessa, ecco perché hanno deciso di mollare e tornare all’insegnamento». Occhi puntati al futuro, nella speranza che la tendenza possa cambiare e che la scuola torni ad attirare anche matematici, fisici e ingegneri.

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