Progetto lungolago
ennesimo disastro
Si riparte da zero

Como: a otto mesi dal termine previsto per il cantiere, non c’è un’idea del volto che assumerà la passeggiata. E intanto anche il piano Lucini è diventato inutilizzabile

Il Comune ha nel cassetto un progetto definitivo, già approvato dalla precedente amministrazione, pronto da appaltare per arredare il nuovo lungolago, in tempo con la conclusione dei lavori delle paratie portati avanti dalla Regione.

L’assessore ai Lavori pubblici Pierangelo Gervasoni in consiglio comunale lunedì ha però confessato che «un progetto non c’è», rimandando a un prossimo sondaggio tra i cittadini. E dire che esattamente un anno fa, quando i vertici della Regione hanno effettuato un sopralluogo alle paratie, insieme ai dirigenti del Comune, proprio Gervasoni insieme al vice sindaco Adriano Caldara spiegava: «Dobbiamo fare in fretta per non farci trovare impreparati, dovremo quindi a breve costruire un progetto per gli arredi, c’è già una vecchia bozza, dalla quale partire, redatta dalla precedente amministrazione». Un anno dopo è ancora tutto fermo.

In realtà il progetto confezionato dalla giunta Lucini, poi naufragato per l’inchiesta giudiziaria che coinvolse la vecchia giunta, non va più del tutto bene.

L’idea, con tanto di ok della Soprintendenza, si basava su vasche di terra poste tra l’acqua, le paratie e la pavimentazione. In quelle porzioni di terreno era possibile progettare un nuovo verde: alberi, un pezzo di prato, un pergolato. Senza di quelle, si possono mettere al massimo vasi e fioriere. La Regione, una volta presa in mano la partita delle paratie ferma da anni, ha cambiato i piani, stralciando alcuni capitoli: come queste vasche di terra. In teoria, ci sarebbe ancora margine per inserirle, i lavori non sono ancora ultimati, ma bisognerebbe cambiare i progetti.

I tigli

Cosa che l’assessore regionale agli Enti locali Massimo Sertori ha implicitamente spiegato di non voler fare, ad esempio per il taglio dei famosi tigli oggi affacciati sul lago.

Quindi il progetto della giunta Lucini, una proprietà comunale che si può prendere e copiare, non è immediatamente attuabile. Ma forse anche per questo capitolo, come per altri, dai giardini a lago a Villa Olmo, la giunta guidata da Mario Landriscina ha accantonato quanto fatto dai predecessori anche per cambiare la pagina politica. E sì che nel programma elettorale di quello che sarebbe diventato il sindaco la questione lungolago occupava un posto di primissimo piano: «La riapertura del lungolago - si legge - rappresenta la più urgente operazione da garantire per il valore paesaggistico e simbolico».

Comunque le imprese che oggi stanno lavorando alle paratie avevano già pensato agli arredi per il lungolago. Il consorzio composto dalla veneziana Rossi Renzo Costruzioni, la Cgx, la Ranzato e la comasca Engeco avevano proposto alla Regione una miglioria, proprio relativa alla terra necessaria agli arredi a verde, messa però da parte in nome di nuove e funzionali paratie da regalare speditamente alla città di Como.

La scadenza a maggio

Oggi però, a pochi mesi dalla consegna dell’opera, non si sa ancora come sarà il lungolago. La Regione ha sempre promesso di riuscire a consegnare le paratie entro la primavera del 2022, nel mese di giugno. A maggio i tecnici regionali hanno ammesso un ritardo, dovuto alla durezza del fondale, due mesi che però potrebbero essere stati assorbiti nel frattempo. La speranza è che, realizzata la superficie, l’amministrazione comunale sia pronta per arredarla. Di certo, il tavolo tecnico nominato a gennaio proprio a questo scopo non è mai stato convocato.

Il Comune per questa voce di spesa ha previsto 802.731 euro. Il progetto degli arredi della giunta Lucini costava 1,5 milioni, utilizzando i lastroni ancora oggi sotto l’asfalto per pavimentare la passeggiata l’importo saliva a 2,8 milioni di euro.

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