Quell’uomo con un palloncino
Messaggio alla moglie in ospedale

Un padre con i figli nel parcheggio del Valduce cerca di portare affetto e un saluto alla donna ricoverata per un’operazione che non può andare a trovare

Il pensiero, la vicinanza, l’amore e l’affetto: quattro fra i sentimenti più nobili e forti racchiusi in un palloncino rosso a forma di cuore.

Ieri, attorno alle 11, un padre con i propri figli guarda oltre il parcheggio di via Ferrari, verso il complesso del Valduce. Tiene con una mano il filo di un cuore di carta sospeso nell’aria con la scritta “I love you”.

Con l’altro braccio, stringe con affetto le spalle della figlia.

Dall’altro lato, parecchio distante, in una stanza al secondo piano, collocata in linea d’aria proprio sopra il “gabbiotto” del parcheggio, una mano saluta i tre e, con buona probabilità, la donna in questione si commuove, sorridendo. Si tratta della moglie e della mamma, operata giovedì e ora ricoverata all’ospedale.

«Si fa quel che si può, purtroppo», è il commento del marito (ci ha pregato di non riportare il suo nome e cognome).

In questo periodo, per via della pandemia, non è consentito andare a trovare i propri cari all’ospedale, nemmeno se sono fuori dai reparti Covid.

Come scrive l’ospedale cittadino, infatti, in una logica di massima prevenzione e sicurezza dei pazienti e degli operatori sanitari, è vietata la visita ai parenti. Eccezion fatta per il papà dei bambini nati o ricoverati in pediatria.

«Lei lo sapeva che saremmo venuti qui, ovviamente, altrimenti non saremmo riusciti a organizzare la sorpresa», aggiunge il signore, che mentre parla non stacca mai gli occhio da quella finestra dell’ospedale.

«Non è stato uno scherzo l’intervento – precisa – ed è una sofferenza vera non poter andare a trovarla. Quindi siamo qui, insieme, come famiglia, per farle almeno un “salutino”. In questi tempi va così».

A novembre, proprio nella via vicina, una figlia era stata fotografata in piedi sul tettuccio della sua auto, intenta a strappare uno sguardo o un saluto da lontano a sua madre, in quel caso, ricoverata nel reparto Covid, sempre del Valduce.

Un’immagine, anche quella, in grado di descrivere meglio di mille parole la situazione in cui si trovano centinaia di famiglie comasche. Un gesto, in questo caso piccolo ma prezioso come quello di un palloncino con la scritta “ti voglio bene”, è in grado d’essere un simbolo di una fase della nostra storia che, tutti, speriamo si concluda presto, ma che nessuno di noi dimenticherà.

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