Quindici coltellate alla fidanzata: «Era geloso di lei». Erika ieri ha aperto gli occhi, ma le sue condizioni restano molto gravi

Tentato omicidio La giovane si è risvegliata dal coma ieri pomeriggio, ma il suo quadro clinico resta in continua evoluzione. Spunta un ricovero precedente: forse l’aveva già picchiata

La prima volta che quest’anno ha varcato la soglia di un pronto soccorso, a Tradate, Erika Dessi sembrava essere stata vittima di un’aggressione. Aveva ecchimosi e i medici le avevano riscontrato alcune microfratture. Lei non volle dire cosa le era successo. E, soprattutto, non tirò in ballo la difficile relazione con quel fidanzato più grande di lei, conosciuto quando faceva la cameriera in stazione a Varese. Quel ragazzo che a volte perdeva le staffe. E diventava possessivo e violento.

La seconda volta in un pronto soccorso, al Sant’Anna, è stato giovedì sera. È entrata in fin di vita. Ferita con almeno 15 coltellate inferte su tutto il corpo, soprattutto all’altezza del collo e del torace. Ma questa volta non c’era alcun dubbio su cosa fosse successo: quel ragazzo, geloso e violento, l’aveva accoltellata a sangue. Mandata sul ciglio della morte. Da dove lei ha saputo tornare quando, ieri pomeriggio, ha riaperto gli occhi.

La lite e l’aggressione

In questa ennesima storia italiana di violenza brutale sulle donne, c’è solo una buona notizia: gli occhi verdi e azzurri di Erika che si riaprono, mentre lei è sdraiata nel letto della rianimazione del Sant’Anna. Un solo barlume di speranza, in una storia di buia violenza.

Tentato omicidio in via Bixio: i soccorsi a Erika

Michael Patellaro, giovedì sera, era tornato ad accusare Erika di averlo tradito. Aveva ricominciato a urlare contro di lei, a litigare. Accecato dalla gelosia, mentre la ragazza, 21 anni, si trovava in camera da letto, è andato in cucina, ha afferrato un coltellaccio e si è avventato su di lei. Con furia e brutalità. Quando si è reso conto si è fermato. Ha osservato la scena terrificante, tutto quel sangue che aveva cambiato colore alla loro stanza da letto. E allora ha pensato di fuggire. Si è cambiato le scarpe, completamente imbrattate, e la maglia. I pantaloni no (e infatti i poliziotti li hanno trovati macchiati di sangue).

Quindi ha afferrato i contanti (circa 300 euro), i bancomat suoi e di lei, ed è uscito di casa, lasciando la fidanzata in fin di vita. Ha camminato fino alla stazione San Giovanni (i poliziotti della squadra mobile della Questura stanno acquisendo le telecamere dello scalo, per ricostruire movimenti e orari) perché - ha spiegato - voleva prendere un treno e andarsene. Ma poi ha cambiato idea. È tornato sui suoi passi. Ed è rientrato in casa. Ha preso il telefono e ha chiamato, finalmente, i soccorsi. Ma, nel frattempo, era passata oltre mezz’ora. E quando, alle 22.30, i medici del 118 sono arrivati nell’abitazione di via Bixio, Erika sembrava spacciata.

L’hanno medicata per un’ora. Hanno bloccato l’emorragia. L’hanno intubata. Quindi sono partiti a sirene spiegate verso il Sant’Anna.

L’arresto

Michael Patellaro ha atteso l’arrivo dei poliziotti della squadra volante seduto sulle scale del ballatoio, di questa vecchia casa di ringhiera affacciata sulle rotaie da un lato e sullo smog di via Bixio dall’altro. Mansueto, quasi sotto choc, ha ripetuto: «Cosa ho combinato? Cosa ho combinato?». Gli uomini della squadra mobile lo hanno arrestato con l’accusa di tentato omicidio. Ma hanno dovuto attendere l’arrivo della scientifica, prima di entrare a recuperare il coltello. Prima di varcare la soglia: la cucina e un bagnetto sulla destra, una piccola lavanderia sulla sinistra, un divanetto con un telo etnico al muro. Oltre un breve corridoio la stanza da letto. All’interno l’orrore.

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