Rapinese: no al lungolago senza parapetti. «Servono, sulla sicurezza non si scherza»

Il dibattito Il sindaco: «Bella suggestione non averli, ma è uno dei luoghi più visitati al mondo». E i “timoni” storici? «Sono una parte del patrimonio cittadino, li useremo per delimitare spazi»

Parapetti (copie in versione “leggera” di quelli storici) sì o no sul nuovo lungolago? In città le posizioni sono diverse: c’è chi (tra cui molti architetti) vorrebbe una passeggiata libera dalle barriere e chi, invece, ritiene troppo pericoloso (vista anche l’altezza della sponda) non avere protezioni.

Apertura del primo tratto entro Pasqua

Per l’apertura del primo tratto (tra Sant’Agostino e la darsena) per Pasqua la Regione, su richiesta del Comune, sta valutando soluzioni provvisoria poiché nel progetto non erano previsti i parapetti in attesa (i tempi non saranno brevi) del piano definitivo.

Il sindaco Alessandro Rapinese pone una questione di sicurezza su cui non è disposto a derogare. «La passeggiata a lago - spiega il primo cittadino - è uno dei punti più visitati al mondo con il conseguente caos. Al primo bambino che sfugge al controllo o al primo anziano che inciampa, e può capitare, saremmo qui a piangere il primo morto. Quindi dico che è bella la suggestione di lasciarlo senza parapetti, ma chi ha la testa la usi». E cita anche gli esempi, dal Garda alle località di mare, che non hanno protezioni tra la terraferma e l’acqua: «Faccio notare che altre realtà citate senza parapetti hanno comodi appigli di risalita o più vicini (la passeggiata oltre che allargata è stata anche rialzata, ndr). Chi dovesse malauguratamente finire vestito in acqua da noi non avrebbe risalite comode e non è nemmeno detto che sappia nuotare. Diverso è il caso di quello che succede in una spiaggia dove l’ingresso è graduale e si ha una percezione di quando non si tocca più. Il nostro lago fa già abbastanza vittime così, non c’è bisogno di correre rischi maggiori».

«Immaginate quante famiglie con bambini che, magari, stanno imparando a camminare non potrebbero fruire serenamente dello spazio»

Tra l’altro, aggiunge Rapinese, «il parapetto consente di appoggiarsi e di stare più vicino al lago. Immaginate quante famiglie con bambini che, magari, stanno imparando a camminare non potrebbero fruire serenamente dello spazio». Insomma, per il primo cittadino la bilancia pende nettamente a favore dei pro alle barriere. «Condivido - conclude - che sia molto bello senza parapetti e, nello specifico, non sono preoccupato per me. Ma con la sicurezza non si scherza e non si può non considerare la densità di passaggi. Basta uno spintone involontario, un inciampo...».

«Originalità persa comunque»

Rapinese non ha indicazioni da dare alla Regione, né per il parapetto provvisorio né per quello definitivo: «Non sono un architetto e quella zona è già garantita da un ente sovraordinato che è la Soprintendenza. Quello che desidero da Regione Lomabrdia è che separi nettamente il vuoto dalla camminata, ma avrò a giorni un incontro per discuterne nel dettaglio».

E i parapetti storici, realizzati nel 1899 e giudicati non a norma (troppo bassi e con gli spazi troppo larghi all’interno del timone) oltre che troppo pochi (ce ne sono circa 120-150 metri sul totale dei 700 necessari)? «Sono una parte del patrimonio cittadino - chiarisce il sindaco - e sarà bello utilizzarli senza la funzione di parapetto. Potrebbero, ad esempio, delimitare qualche spazio cittadino. E a proposito della visione romantica che suscitano i parapetti storici, bisogna notare che disponibili ce ne sono circa un quinto (in tutto il tratto da piazza Cavour a Sant’Agostino le protezioni erano costituite da tre tubi orizzontali, ndr) e, per altro, bisognerebbe andare a modificarli perdendo l’originalità. Aggiungendo quelli nuovi si avrebbe una situazione posticcia».

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