Rapinese risponde con i numeri alle polemiche sulla chiusura delle scuole

Via Sinigaglia Tutti contro il Comune dopo l’annuncio. Il consiglio d’istituto: «Spreco, confusione e pochezza». Gaddi e Nessi attaccano. Il sindaco rilancia citando i dati

La scuola primaria, dal 2012 a oggi, ha 800 bimbi in meno (da 3875 ai 3042 previsti per l’anno prossimo) che scenderanno di oltre mille (a 2.684) secondo le previsioni per il 2030/2031. I numeri sono forniti dal Comune in un grafico che vede la linea crollare a picco con il passare degli anni. Dati utilizzati come base per predisporre il piano delle nuove chiusure di istituti scolastici.

I dati

La scuola dell’infanzia nel 2012/13 aveva 2.251 bimbi e nel 2026/27 ne avrà 1.582, mentre la secondaria di primo grado aveva 2.604 studenti residenti che scenderanno a 1.963 nel 2026/27 e a 1.621 nel 2033/34. Il sindaco Alessandro Rapinese, per motivare il nuovo piano di razionalizzazioni, oltre all’inverno demografico ha citato le condizioni di molti edifici scolastici. Tornando alle tabelle viene indicato come, senza le chiusure, i posti vuoti per il prossimo anno sarebbero pari al 36% di quelli disponibili, mentre con l’applicazione del piano la percentuale scenderebbe al 30%.

Intanto cresce il fronte della protesta, in primis per salvare la “Corridoni” di via Sinigaglia. Il presidente del Consiglio di istituto Como Borgovico Simone Molteni parla di «spreco, confusione e pochezza» per commentare la decisione dell’amministrazione Rapinese. Spreco per i ricorsi al Tar. Sulla confusione racconta una storia reale: «Immaginate di essere un genitore con un figlio in via Perti e uno all’ultimo anno di asilo. Nel 2025, vista la decisione di chiudere varie scuole, avete seguito alla lettera le istruzioni del sindaco e avete iscritto il piccolo in prima elementare alla Corridoni (questo consigliava il sindaco e vi siete fidati). Naturalmente avete trasferito anche il figlio maggiore perché altrimenti sarebbe impossibile la mattina trovarsi in due posti diversi nello stesso orario». E ancora: «Avete sistemato tutto: tra pochi giorni si comincia. Anzi no. È già tutto sconvolto, al sindaco serve la Corridoni per farci un parcheggio: via tutti alla fine dell’anno». Infine: «Quello che irrita di più è la mancanza di trasparenza di questa giunta. Vogliono un parcheggio per lo stadio ma non hanno il coraggio di dirlo chiaramente». Il Comitato genitori Como a misura di famiglia contesta l’assenza di dialogo: «Come già avvenuto in passato il Comitato sosterrà tutti coloro che vorranno in primis approfondire ed eventualmente poi far valere i propri diritti nei confronti di questa politica miope e non condivisa, con forme di proteste ed iniziative amministrative o nelle sedi opportune se necessario».

Nuove reazioni arrivano anche dal mondo politico. «Chiudere una scuola è la peggiore delle sconfitte per qualsiasi amministratore, sul piano culturale, etico e civile - le parole del coordinatore provinciale di Forza Italia e consigliere regionale Sergio Gaddi -. Farlo poi per dare spazio a un autosilo è aberrante, ma giustificare il tutto con l’uso scorretto dei dati del calo demografico è addirittura imbarazzante, perché la risposta seria è moltiplicare i servizi per l’infanzia, non chiudere quelli che funzionano. Si profila l’ennesimo ricorso con l’ennesima sconfitta per il Comune pagata dai cittadini».

«Non sa governare»

Vittorio Nessi, capogruppo di Svolta Civica attacca: «Dopo aver preso sonore batoste dal Tar Rapinese torna alla carica. Continua l’amministrazione a spot, fallita un’idea se ne inventa un’altra senza una riflessione complessiva, un disegno della città una valutazione dei bisogni dei cittadini. Non è in grado di governare Como». Infine Elisabetta Patelli, di Europa Verde: «Il progetto del nuovo stadio non ha presentato alcun piano viabilistico credibile. E così, il rischio è che l’area della storica scuola, conosciuta per la qualità didattica, venga sacrificata per far posto a un parcheggio».

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