Rebbio, la palestra non è a norma. Partita a porte chiuse e proteste

Via Giussani Da Carnate per giocare, ma gli accompagnatori restano fuori. Il presidente: «Mai avvisati. Cento chilometri e siamo stati in giro ore»

Hanno fatto un’ora di strada per accompagnare i giocatori e gli amici alla partita di pallacanestro. Salvo poi trovare la palestra di via Giussani chiusa al pubblico: il Comune deve svolgere i lavori di messa a norma. Si sono quindi sorbiti due ore di attesa nel parcheggio e, finita la gara a sera inoltrata, sono tornati piuttosto scocciati a casa, a Carnate, nell’hinterland monzese.

Non è la prima volta che succede, ma la nuova stagione agonistica è appena iniziata e i problemi nella palestra della scuola primaria di via Giussani ricominciano. È infatti da una decina d’anni che la Federazione Italiana Pallacanestro (per voce del Comitato Regionale) chiede l’attestato di capienza per autorizzare l’ingresso degli spettatori, ma il Comune non può rilasciarlo fintanto che non completa gli interventi (svolti solo in parte) necessari per ottenere dai vigili del fuoco il certificato di prevenzione incendi. Da allora, si naviga a vista.

L’ultimo episodio

A farne le spese stavolta è stato il Basket Carnate, che a Como non aveva mai messo piede. Doveva giocare una partita contro l’Alebbio nella Divisione Regionale 2 (la ex Promozione), ma nè l’Alebbio né la Federazione hanno avvisato gli ospiti che per i campionati senior e giovanili il pubblico non può entrare (salvo quando gli arbitri chiudono non uno, ma due occhi; ma in tal caso la società rischia una multa).

«Nessuno si era premunito di informarci e purtroppo l’abbiamo scoperto una volta giunti in palestra. Se lo sapevamo prima evitavamo di fare chilometri e di stare in giro per ore», dice il presidente del club monzese Angelo Corno. «Sul sito della Fip non viene più indicata la dicitura delle porte chiuse, e questo genera confusione – fa presente Mauro Borghi, dirigente dell’Alebbio - Forse anche gli arbitri stessi non erano ben al corrente. Adesso però a scanso di equivoci avviseremo tutte le società ospiti».

Mancano gli impianti

Al di là del disguido per questa vicenda, quella emersa a Rebbio è una delle tante magagne che riguardano gli impianti sportivi della città, e in particolare le palestre.

Quelle di via Giussani e di via Giulini sono le uniche omologate per il basket. La “Ronchetti” di via Giulini però è chiusa da oltre un anno e le società hanno dovuto emigrare fra mille problematiche; la riapertura è stata più volte annunciata e rimandata dal Comune, i lavori sono iniziati soltanto nelle scorse settimane.

Per non parlare di una risorsa importante per diversi sport come il palazzetto di Muggiò, abbandonato dal dicembre del 2013 e ancora senza un futuro.

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