
Cronaca / Como città
Domenica 29 Giugno 2025
Riecco i lucchetti delle case vacanza. Ignorato il divieto
Turismo Le cassette per le chiavi non sono diminuite. Legate anche a lampioni, rastrelliere per bici e scuole. Aiello (polizia locale): «Serve senso di responsabilità»
Le key box contenenti le chiavi delle case vacanza fissate su arredi pubblici sono vietate in città. Ma nonostante le segnalazioni delle polizia locale, i proprietari persistono nel volerle posizionare su pali dell’illuminazione e altri elementi urbani di proprietà del Comune.
Individuarle non è complesso: in piazza Martinelli, per esempio, se ne trovano due attaccate all’inferriata che separa la pizza da via Bonanomi, oppure sulle catene poste a lato strada in via Cinque Giornate, e ancora un’altra agganciata a un tubo metallico in via Mazzini e, questo forse l’esempio più eclatante, una agganciata al cancello della scuola Corridoni, in via Sinigaglia. Non sono queste le uniche key box - cassette di sicurezza con apertura a combinazione utilizzate dai proprietari di case vacanza per la consegna delle chiavi ai propri ospiti senza doversi presentare sul posto di persona - collocate su arredi pubblici, basta aguzzare la vista mentre si passeggia per la città, per scovarne altre ancora. Alcune, invece, nelle ultime settimane sono state rimosse grazie all’interno delle guardie ecologiche volontarie, che collaborano con la polizia locale nella tutela dei parchi e nella difesa dell’ambiente in città.
A inizio giugno, infatti, il sindaco Alessandro Rapinese aveva annunciato nel corso di una seduta del consiglio comunale l’iniziativa, inserita nel nuovo regolamento di polizia urbana, per la rimozione delle cassette di sicurezza posizionate su arredi pubblici: si interviene posizionando un adesivo sulla key box, con l’invito al proprietario a rimuoverla, pena la rimozione forzata da parte della polizia locale o dei suoi collaboratori. Si tratta dell’unica iniziativa che l’amministrazione comunale può intraprendere per debellare il fenomeno delle key box, ormai in continua crescita in città con il boom turistico dei visitatori a Como e, di conseguenza, delle abitazioni adibite a case vacanza, negli ultimi anni.
«Era stata fatta una circolare approvata dal ministero dell’Interno che vietava il check in a distanza e rendeva quindi inutili le key box perché costringeva i proprietari a presentarsi sul posto per verificare l’identità degli ospiti, ma poi è stata annullata per effetto di un ricorso al Tar del Lazio - spiega il comandante della polizia locale, Vincenzo Aiello - Quella sarebbe stata una soluzione funzionale, perché non può occuparsi il Comune di questo tipo di situazioni».
Impossibile dunque vietare in toto l’utilizzo delle scatolette a combinazione, che pullulano per le vie della città murata, agganciate a grondaie, grate delle finestre, portoni e, appunto, anche arredi pubblici come rastrelliere portabici - se ne vedono alcune agganciate alla rastrelliera che si trova di fronte alla Coin -, tubi e ogni altro luogo facilmente identificabile.
«Stiamo provando a disincentivare questo tipo di comportamento, ma non possiamo identificare i proprietari delle key box: solo porre sulle key box stesse un avviso che segnala di toglierle. Dobbiamo appellarci al senso di responsabilità di qualcuno: la nostra città sta godendo di una fase fortunata grazie al turismo, però dobbiamo prendercene cura» spiega Aiello. Facile dunque che, i proprietari più persistenti, dopo aver ottemperato alla richiesta della polizia locale, torni a riposizionare un’altra key box nello stesso punto. D’altra parte, sono proprio gli arredi urbani i punti più strategici e riconoscibili per i turisti, a caccia della propria key box.
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