Salvini: il limite a 150 anche sull’Autolaghi. Gli esperti si dividono

Viabilità Il ministro: «In alcune tratte e orari definiti». Gelpi (Aci): «Da noi traffico e tante uscite». No dall’Acus. Graziani: «Sono favorevole per la A9, ma dopo le 21»

Fa discutere la possibilità, ventilata dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini di alzare il limite di velocità su alcuni tratti autostradali. Attualmente è fissato a 130 km orari, l’ipotesi è quella di poter arrivare a 150.

«Sono convinto che su alcune tratte italiane a tasso di incidentalità prossimo allo zero, in alcuni orari, laddove ci sono tre, quattro o addirittura sulla Milano- Laghi ci saranno cinque corsie, un superamento controllato degli attuali 130km/h, come negli altri Paesi europei, possa essere preso in considerazione» ha spiegato Salvini a margine dell’Assemblea annuale di Assarmatori. E ha anche precisato che «i concessionari autostradali stanno studiando» su quali tratte questo potrà essere attuato.

Il dibattito

L’ipotesi di Salvini fa discutere gli esperti comaschi che hanno opinioni diverse, in primis sul tema dell’Autolaghi.«In alcuni tratti - commenta il presidente dell’Aci Enrico Gelpi - potrebbe essere non controproducente, ma è necessario valutare in modo approfondito le condizioni delle strade. Ma per la Milano-Laghi bisogna tenere presente che il tratto a cinque corsie è solo l’ultimo, molto breve e con una serie di uscite, compreso l’Autogrill. Spostandosi alla A9 direi che non sarebbe applicabile l’aumento della velocità a 150 km orari poiché, visto anche il traffico, è già tanto se si riesce ad arrivare a 120-130 km e inoltre ci sono molte uscite e anche la congiunzione con la Pedemontana. Per quanto riguarda altre autostrade, con rettilinei, ci si potrebbe pensare ma andrebbero anche regolate le diverse velocità, cosa che probabilmente con la tecnologia oggi si può fare».

Contrario il presidente di Acus (Associazione civica utenti della strada) Mario Lavatelli: «Penso che la velocità vada commisurata al tipo di autostrada, ma mi pare che 130 km orari sia già adeguata visti anche i rischi e gli incidenti. Per questo motivo rimarrei su una linea prudenziale. Tra l’altro il limite attuale non è una velocità che non consente gli spostamenti e, tra l’altro, su percorsi abbastanza brevi come la A9, credo che andare più veloci alla fine permette ri guadagnare pochi minuti». Non solo. Secondo l’avvocato Lavatelli «non bisogna dare un messaggio per cui la velocità viene considerata una limitazione tale da incidere sulla circolazione, quello che conta è la sicurezza e la fluidità».

L’ex comandante dei vigili

Un’apertura, limitatamente alle ore notturne per l’Autolaghi arriva dall’ex comandante della Polizia locale Vincenzo Graziani: «Io non andrei a vedere il numero delle corsie, ma le condizioni della strada. Ad esempio nessun aumento del limite su tratti come la Bologna-Firenze, gli Appennini o la A7, mentre su altri sarebbe possibile. Penso alla Bologna-Rimini sulla Adriatica, sulla Milano-Torino e, perché no, anche sulla nostra. Ci sono tratti autostradali per i quali sono d’accordo ad alzare il limite, e non lo dico da oggi. Sulla A9 credo che pensarci in orari non di traffico, ad esempio dalle 21 in poi, sarebbe positivo non essendoci situazioni di pericolo».

Ad ogni modo a stabilire se e quando introdurre un limite più elevato devono essere i concessionari. In passato l’ex ministro Pietro Lunardi nel 2003 già autorizzava le concessionarie - con un decreto legge - ad arrivare a 150 km/h sulle tratte a tre corsie in rettilineo, oltre alla corsia di emergenza, ma non è stato mai attuato, come spiegò poi lo stesso Lunardi, perché i gestori non si sono voluti assumere responsabilità.

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