Sanità, un disastro le liste d’attesa
«Visita per il diabete nel marzo del 2023»

Pensionata fissa un consulto dallo specialista - Va in ospedale ma scopre di aver sbagliato... di un anno - Per una colonscopia c’è posto a luglio, fuori provincia

Liste d’attesa, in città c’è chi ha la visita a marzo, ma del 2023 e chi non ha modo di fare un esame anche se nel mentre vede le sue condizioni di salute peggiorare.

Continuano ad arrivare alla redazione testimonianze e racconti di persone che non riescono in nessuna maniera a trovare un appuntamento utile negli ospedali per fare dei controlli medici. I tempi massimi continuano ad essere disattesi, l’unica alternativa è pagare parecchie centinaia di euro. Ecco una delle testimonianze che appaiono più emblematiche.

«Dopo molti tentativi a dicembre sono finalmente riuscito a fissare la mia visita diabetologica – racconta Adriano Cosentini , 78 anni di Como – ho provato prima online, al centralino della Regione, dal mio medico e perfino direttamente agli sportelli degli ospedali della nostra città. Non c’era mai un posto. E invece ho trovato un appuntamento per mercoledì 2 marzo al Valduce. Così tutto contento mi sono recato al presidio di via Dante. Presentati i documenti in accettazione infermieri e specialisti gentilissimi hanno iniziato a farmi le dovute domande. Salvo che la visita si è subito interrotta perché in effetti risultava fissata per il 2 marzo, ma del 2023, l’anno prossimo».

Il paziente in questione ha sorriso per non piangere, non si era accorto. E dire che sul foglio della prenotazione si raccomanda di portare degli esami del sangue recenti. «Io per fortuna non credo di essere così grave – racconta ancora Cosentini – ma non so quanto senso abbia fare la visita per il diabete tra un anno, per dei valori fuori dalla norma scoperti ormai lo scorso mese di ottobre. Mi hanno così suggerito di tornare dal mio medico e farmi fare una ricetta con l’urgenza, anche se io urgente non sono, sperando di trovare in questo modo un posto prima dell’anno prossimo».

L’urgenza, come priorità sulla ricetta, va indicata se c’è una reale necessità clinica. Altrimenti il cittadino per la sua visita ha il diritto di trovare un appuntamento entro i tempi della prescrizione. Altre testimonianze della situazione delle liste d’attesa sono anche più preoccupanti.

«Fino al 2023 non c’è spazio per una colonscopia, ma mio marito non sta bene – racconta Griselda Sanchez , 49 anni, residente in città da 22 anni – ci sono tracce di sanguinamento e il medico pur senza allarmarci e inviarci al pronto soccorso ci ha suggerito di fare un approfondimento in un tempo ragionevole. Centralino, sito, ospedali, niente. Ho trovato un posto a Saronno, posso arrangiarmi anche se io non ho la patente e mio marito ora fatica a guidare. Ma comunque è a luglio, ben oltre i limiti della ricetta».

A proposito di ricetta nel mentre il medico curante ha rifatto la prescrizione indicando una scadenza più immediata, purtroppo inutilmente. «In alternativa tutti mi hanno offerto un posto subito, anche questa settimana, ma pagando circa 700 euro. Anche mille fosse necessario fare delle biopsie – spiega ancora Sanchez – se serve pagheremo, ma non è giusto. Il diritto alla salute va tutelato e qui purtroppo le cose non funzionano più».

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