Sanità e liste d’attesa a Como 300 giorni e a Varese solo cinque

Disservizi Il consigliere regionale Angelo Orsenigo (Pd): «La Regione tratta i comaschi come lombardi di serie B». Fermi (Lega): «Falso, situazione critica anche altrove»

Liste d’attesa, nella sanità la coda a Varese è più corta che a Como.

Le difficoltà nel prenotare visite ed esami medici è nota ormai a tutti i cittadini, ci sono però differenze territoriali che colpiscono. «Se prendiamo il tempo medio di attesa per una spirometria, uno strumento importante di controllo e prevenzione – spiega il consigliere regionale del Pd Angelo Orsenigo - i dati di Ats Insubria aggiornati a ottobre parlano chiaro: 244 giorni di attesa media all’ospedale Valduce, 239 al poliambulatorio di Via Napoleona, 154 al Sant’Antonio Abate di Cantù, 146 al Fatebenefratelli di Erba. Ma se ci spostiamo a Varese la musica cambia: cinque giorni di attesa media a Saronno, 18 giorni a Busto Arsizio, 19 giorni a Gallarate. Altre visite specialistiche all’apparato respiratorio non sono da meno».

Spostarsi non è agevole

I tempi d’attesa sono da garantire all’interno della stessa Ats, entro i confini di Como e Varese. Spostarsi però non è sempre agevole, succede anche per i vaccini anti Covid. «Siamo davanti a una serie di storture che si trascinano dalla creazione dell’Ats Insubria – dice Orsenigo -, un mostro troppo grande per provvedere ai bisogni sanitari di 1,5 milioni di persone su due province. Cosa dire ai cittadini lariani trattati come lombardi di serie B quando chiedono di essere curati in tempi certi?».

Questo attacco fa arrabbiare l’assessore regionale Alessandro Ferm:. «Non si può ridurre il tema delle liste d’attesa ad un singolo dato su una spirometria – dice Fermi –. È poco serio, ci sono prestazioni più critiche in diverse città. Guido Bertolaso che ha la delega al Welfare è al lavoro per risolvere un problema ache si scontra con la carenza cronica di medici e infermieri. Durante la pandemia io stesso mi sono speso per proporre una nuova Ats Lariana, solo per Como. Poi però la riforma sanitaria regionale ha assegnato diverse competenze delle Ats alle Asst, gli ospedali provinciali, compresa la medicina territoriale. Dunque l’esigenza si è sgonfiata». L’argomento è attuale perché a breve la Regione dovrà nominare i nuovi vertici in scadenza dell’Ats e dell’Asst. Il gioco dipende da Fratelli d’Italia che forte del suo maggiore peso specifico potrebbe sottrarre delle caselle oggi nelle mani della Lega.

Lettura «strumentale»

«La giunta è al lavoro per ridurre le liste d’attesa – commenta Anna Dotti, consigliere regionale di Fratelli d’Italia – che è un’urgenza reale e pressante. Il nodo però è la mancanza di operatori sanitari, senza i quali aumentare le prestazioni è impossibile. Da comasca poi è vero che anche a me piacerebbe decentrare sul territorio gli enti locali, per me l’Ats Lariana è ancora un sogno». Mancano, secondo Dotti, anche figure di vertice spendibili per essere nominati nelle direzioni generali. «Una maggiore attenzione a Como negli enti sanitari sarebbe auspicabile – dice Sergio Gaddi, consigliere regionale di Forza Italia – spiace però che Orsenigo legga i dati in maniera strumentale. Ci sono visite libere a Villa Aprica e tempi d’attesa brevi per andare dal geriatra».

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