Sant’Elia, l’asilo abbandonato. Ora i bivacchi dei senzatetto

La denuncia I giacigli dentro alla recinzione del gioiello del Razionalismo. Bivacchi di senzatetto fuori dalle vetrate dell’asilo Sant’Elia.

L’architetto Paolo Brambilla, che abita proprio vicino al gioiello razionalista chiuso da quattro anni, segnala con tanto di fotografia i giacigli di alcuni senza fissa dimora che negli ultimi giorni, nonostante il freddo pungente, stanno dormendo dentro alle recinzioni dell’asilo Sant’Elia, l’opera del Terragni chiusa dal 2019. «C’è anche gente che bivacca dentro ai giardini – spiega Brambilla – nulla contro queste persone in difficoltà, anzi, quel che fa piangere è vedere un’opera tanto importante in condizioni simili. Io capisco che avviare dei lavori pubblici fatti bene sia molto difficile. Ma tra progetti e idee da chiarire nel frattempo è doveroso prendersi cura di un bene artistico e architettonico di tale valore».

Dopo la chiusura disposta dalla precedente giunta per presunti problemi di sicurezza erano partiti i primi lavori all’esterno, poi interrotti perché non portati avanti nella maniera più idonea. «Da allora hanno messo un bel telo bianco e qualche recinzione – spiega ancora Brambilla – lasciando all’interno ancora i volantini di Natale dei bambini di ormai quattro anni fa, compresi i materiali didattici e gli arredi della refezione».

L’attuale amministrazione ha annunciato l’avvio di uno studio condiviso con la Soprintendenza che dovrebbe portare entro marzo 2024 ad una prima ipotesi di recupero. Recupero che però bisogna anche finanziare e i costi economici potrebbero davvero essere molto ingenti. Ma il vero nodo è la destinazione d’uso: bisogna capire se il Sant’Elia può o meno riaprire le sue porte ai bambini delle scuole dell’infanzia.

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